Lo sviluppo dei Power Purchase Agreement (PPA) potrebbe essere uno dei cardini del settore fotovoltaico nel prossimo futuro anche in Italia, grazie a un crescente interesse a livello europeo, all’aumento della domanda e dell’offerta per strumenti di questo genere.
Ma lo spazio di negoziazione per nuovi PPA è stato ridotto negli ultimi mesi e potrebbe ulteriormente contrarsi. La domanda ora è se il decreto FerX paralizzerà o meno il mercato dei PPA. Questo uno dei principali argomenti della conferenza di RE-Source Italy a Milano.
Segnali positivi
Segnali positivi vengono dal sistema bancario, sempre più consapevole dei PPA, nonostante anni di opposizione.
“Le banche hanno imparato a leggere il mercato,” ha detto Giulia Bartolini, capo del dipartimento energia Italia di ING.
Altri segnali positivi derivano dall’aumento dei soggetti che offrono PPA, come Iberdrola a partire da fine 2022 e Shell Italia a partire dal 2023.
“C’è un forte interesse da parte degli offtaker. È un sintomo che l’Italia si stia muovendo nella direzione giusta,” ha detto Federico Scotti di Iberdrola Clienti Italia. “In Spagna è tutto più semplice, ma lavorando con le istituzioni possiamo portare la nostra esperienza maturata nella penisola iberica per far crescere il mercato dei PPA in Italia. Abbiamo firmato finora 5 PPA in Italia. Il mercato italiano è uno di quelli su cui Iberdrola sta puntando sempre di più.”
Segnali negativi
Quasi tutti gli interventi sottolineano la necessità di una compresenza di mercato e incentivi, ma molti sottolineano che non tutte le società abbiano la capacità di entrare nel mercato PPA, soprattutto le PMI.
Altri aspetti negativi hanno a che vedere con la difficoltà di realizzare impianti di grande scala, le tempistiche delle contrattazioni per PPA e, soprattutto, l’effetto prospettico del prossimo decreto FerX.
“Diversamente da quello che ho sentito questa mattina, ho fatica a immaginare che questo meccanismo possa coesistere con un mercato dei PPA”, ha commentato Paolo Marino, partner di MBS Consulting.
Marino ha poi spiegato che i costi legati al FerX porteranno, in bolletta, a una diminuzione della componente commodity e un contestuale aumento dei costi di sistema, su cui c’è minor spazio d’intervento.
“Ci aspettiamo infatti che l’energia all’ingrosso diminuire di circa 20 euro al MWh. Allo stesso tempo i segnali di prezzo saranno sempre meno rilevanti,” ha detto Marino, aggiungendo che mancano 14,5 GW da autorizzare nello scenario merchant e 30 GW in quello regolato.
PPA in Europa
“Le energie rinnovabili sono una questione di competitività, in quanto sono la fonte di energia elettrica più economica. Più siamo indipendenti dalla volatilità dei combustibili fossili, meno l’industria è esposta. L’anno scorso abbiamo raggiunto 16 GW di PPA, con un aumento del 40% su base annua”, ha detto Łukasz Koliński, capo dell’unità per le politiche per le energie rinnovabili e l’integrazione dei sistemi energetici della Commissione europea.
Koliński ha però sottolineato una concentrazione molto forte dei PPA in Europa, soprattutto in Spagna e Germania. Due mercati per altro piuttosto diversi.
La Spagna infatti ha una bassa domanda di PPA, una forte offerta e i progetti fotovoltaici sono tendenzialmente più grandi rispetto a Germania, ma anche Italia. Il mercato italiano dei PPA infatti potrebbe, potenzialmente, ricordare quello tedesco. L’Italia è ora il terzo mercato PPA in Europa.
Mercato energetico italiano e contesto generale
“Anche se si sta allentando la pressione inflazionistica, la domanda energetica nel settore gas ed elettrico, non ha ancora recuperato i livelli pre-crisi. Questo perché la produzione dei settore più energy-intensive che è ancora al di sotto dei precedenti trend”, ha detto Virginia Canazza, aggiungendo che il mercato gas vede un allentarsi dei fondamentali.
Allo stesso tempo il mercato ETS porterà ad un aumento dei prezzi delle emissioni.
“La quantità di allowances circolanti tenderà a ridursi, sostenendo questo driver della transizione per la transizione da gas a rinnovabili”, ha detto Canazza, partner di MBS Consulting – Cerved, sottolineando poi che il FerX è un provvedimento in cui i dettagli non sono ancora noti.
Secondo MBS il fotovoltaico potrebbe coprire la totalità degli obiettivi al 2030, attraverso solo il 2% del territorio agricolo non usato ai fini agricoli.
Da marzo è in circolazione la bozza del decreto FerX. Il bando supporta esclusivamente gli impianti rinnovabili che partecipano alle procedure di gara pubbliche bandite dal Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per un contingente totale a disposizione pari a 62,15 GW, di cui 45 GW di fotovoltaico.
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