In Francia, i moduli solari installati nel 1992 forniscono ancora il 79,5% della potenza originaria

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L’associazione francese Hespul è stata creata nel 1991 per realizzare il primo impianto fotovoltaico collegato alla rete nazionale in Francia. Dopo l’inaugurazione della centrale Phébus 1, avvenuta il 14 giugno 1992 ad Ain, Hespul ha deciso di ampliare la propria attività per promuovere il fotovoltaico in Francia, all’epoca quasi inesistente.

L’associazione ha ora rivelato che circa 10 m2 di pannelli, corrispondenti a circa 1 kW, sono stati smontati dall’impianto lo scorso anno e sottoposti a una serie di test secondo gli standard internazionali.

I pannelli sono stati collocati in una camera oscura a temperatura controllata ed esposti a un lampo di luce di 1000 W/m2 per misurarne la potenza massima istantanea. Questo valore è stato poi confrontato con le misure di fabbrica.

I test sono stati resi possibili da una sponsorizzazione aziendale da parte dell’ente di certificazione francese Certisolis e dello specialista francese del solare Isowatt, che hanno eseguito rispettivamente il flashing dei pannelli e lo smontaggio/riassemblaggio.

I test hanno dimostrato che i moduli producono ancora in media il 79,5% della loro potenza iniziale dopo 31 anni di funzionamento. In un precedente test effettuato 11 anni fa, i pannelli avevano prodotto il 91,7% della loro potenza iniziale. “Questo risultato supera le prestazioni promesse dai produttori, che avevano dichiarato che i pannelli avrebbero mantenuto l’80% della loro potenza dopo 25 anni”, ha dichiarato Hespul.

Il calo di rendimento è in media del 20,5%, o dello 0,66% all’anno per 31 anni, e dell’1,11% all’anno negli ultimi 11 anni. Per la stessa serie di moduli, sono state osservate due categorie: una parte il cui calo di prestazioni è molto significativo dopo 20 anni (1/3 dei moduli installati): 33,9% in media su 31 anni, ovvero 1,09% all’anno. E un’altra il cui calo rimane in linea con i test del 2012: 13% in media su 31 anni o 0,42% all’anno.

“Questi risultati confermano quelli di vari studi scientifici che si riferiscono all’argomento”, continua l’associazione, come il sistema fotovoltaico TISO-10 (TIcino SOlare), collegato alla rete in Svizzera nel 1982. I test condotti sull’impianto svizzero hanno evidenziato differenze di prestazioni tra i moduli, attribuite agli additivi presenti negli incapsulanti forniti da tre diversi produttori.

Un altro studio più recente, condotto dal National Renewable Energy Laboratory (NREL) del Dipartimento dell’Energia statunitense su 1.700 siti americani per un totale di 7,2 GW di potenza, ha mostrato un degrado mediano di circa -0,75%/anno. Un’altra ricerca si è concentrata su 4.300 impianti residenziali in funzione in Europa e ha utilizzato diverse metodologie di elaborazione dei dati. A seconda dei metodi, è stata ottenuta una perdita mediana compresa tra -0,36% e -0,67%/anno.

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