Abbiamo parlato con Mario Pagliaro, Research Director al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). Lo scienziato che vive a Palermo spiega a pv magazine Italia che la Sicilia sta puntando sulle installazioni fotovoltaiche residenziali, ma anche su piccoli impianti a terra fino a 5 MW. La popolazione locale, in generale favorevole all’installazione di rinnovabili nella Regione, ha però bisogno di strumenti di supporto, di organi tecnici pubblici che forniscano informazioni, indirizzo e formazione.
pv magazine: Siamo in un momento in cui alcune fasce della popolazione sarda scendono in piazza per protestare contro progetti fotovoltaici, mentre in Sicilia sembra essere stata trovata una soluzione e l’accettazione sembra chiara. In un mio recente viaggio in Sicilia, per esempio, ho parlato con molte persone che mi hanno confermato l’interesse per installazioni fotovoltaiche. Sbaglio? Nel caso non sbagli, per quale motivo ci sono queste differenze tra Sardegna e Sicilia?
Mario Pagliaro: In Sardegna la popolazione aveva già protestato contro il grande numero di parchi eolici. Non vogliono quindi che l’isola diventi sede di un altrettanto vasta installazione di grandi campi fotovoltaici. Entrambi i grandi parchi fotovoltaici e quelli eolici hanno un forte impatto innanzitutto sul paesaggio, cioè sul bene più prezioso della Sardegna. La Sicilia, che è la regione più grande d’Italia, fino a un anno fa non ospitava grandi parchi fotovoltaici né nel numero né nella concentrazione spaziale ad esempio della Puglia. Mettere a reddito i terreni per farne la sede di centrali elettriche fotovoltaiche relativamente piccole, ad esempio da 3-5 MW, viene visto dagli agricoltori e anche dagli amministratori locali come un’interessante fonte di reddito. Diverso è il caso dei parchi fotovoltaici con potenza superiore ai 10 MW, che in Sicilia sono ancora pochi, ma che da soli contribuiscono con 350 MW alla potenza fotovoltaica complessiva della Sicilia pari quasi a 2400 MW.
Dei 12.576 impianti fotovoltaici installati nel corso del 2022, il 98% sono stati piccoli impianti a supporto dei consumi elettrica delle famiglie. Riscontrate una simile tendenza anche nel 2023 e nel 2024?
Sì. Il trend, molto positivo è continuato nel 2023 e nel primo semestre del 2024. Oggi, dei 116.528 impianti fotovoltaici siciliani, ben 110.544 (il 95%) hanno potenza inferiore ai 20 kW. E se vi aggiungiamo i 5054 impianti con potenza fra 20 e 200 kW tipica degli impianti sui tetti aziendali, la percentuale arriva al 99%. In breve, nell’adozione del fotovoltaico fino ad oggi la Sicilia ha mostrato un’evoluzione virtuosa, con una crescita organica. Iniziata relativamente tardi ma che poi ha valorizzato la capacità unica del fotovoltaico di realizzare concretamente la generazione distribuita, ovvero il consumo dell’energia lì dove viene prodotta.
Il numero di grandi impianti con potenza superiore ai 10 MW è piuttosto limitato. Ne avete contati 9 a inizio 2023. A che punto siamo ora?
Oggi sono 10, nonostante il grande numero di richieste di autorizzazione inoltrate alla Regione per installare le grandi centrali fotovoltaiche. La Sicilia è regione autonoma e ogni grande impianto per essere realizzato necessità dell’Autorizzazione Unica, concessa o meno dalla Regione in margine a una prolungata fase istruttoria che coinvolge fra l’altro diversi Assessorati regionali. In Sicilia vigono ad esempio stringenti piani paesaggistici e l’Assessorato al territorio e quello ai Beni culturali sono storicamente molto attenti alla tutela del paesaggio. Ad esempio, l’Assessorato ai beni culturali dispone di un proprio Osservatorio regionale per la qualità del paesaggio.
L’anno scorso scrivevi che le uniche aziende e famiglie a salvarsi dall’aumento delle bollette sono state quelle che erano ricorse per tempo all’autoproduzione dell’energia da fonti rinnovabili, in particolare dal fotovoltaico su tetto. Come è cambiata la situazione negli ultimi 12 mesi?
Spinta dal prezzo ormai veramente molto basso degli impianti ormai pubblicizzati nella cartellonistica pubblicitaria stradale, è continuato il forte trend di crescita tanto degli impianti domestici, entro i 12 kW, che ormai sono oltre 103.500 che di un altro segmento che per molti anni in Sicilia era rimasto poco sviluppato, ovvero quello degli impianti sui tetti aziendali. Che oggi, nei due segmenti compresi fra 20 kW e 200 kW, e 200 kW e 1 MW sono finalmente quasi sei mila (5829). Le aziende e le pubbliche amministrazioni siciliane hanno compreso che l’autoproduzione di energia elettrica con il fotovoltaico è l’unico modo non solo per contrastare l’aumento dei costi energetici, ma per farli scendere in modo significativo. Il potenziale di crescita in questo settore in Sicilia comunque è ancora molto grande. Ci sono decine di migliaia di tetti aziendali e di pubbliche amministrazioni che devono essere solarizzati.
Hai scritto che, con 1.722.072 edifici censiti (di cui 1.431.419 residenziali), la Sicilia ospita un gigantesco patrimonio edilizio secondo solo a quello della Lombardia, che ne conta pochi di più (1.761.815). “Ipotizzando di dotare ognuno di questi edifici di un impianto da 5 kW, otterremo una potenza addizionale di 5 kW × 1.772.072, pari a 8,86 GW (8860 MW)”, avevi concluso. Mi chiedo: quali sono gli strumenti per realizzare queste potenzialità? Secondo te le CER avranno spazio in Sicilia per le installazioni su tetto? A quali condizioni commerciali e normative?
È così. E lo strumento concreto per far crescere di un ordine di grandezza, da 100mila a 1 milione, il numero di impianti fotovoltaici su tetto in Sicilia potrà essere soltanto l’Istituto per l’Energia Solare della Regione Siciliana. Tanto le famiglie che le imprese e le stesse pubbliche amministrazioni, molte delle quali in Sicilia sono organi regionali, hanno la necessità di trovare supporto in un organo tecnico pubblico di informazione, indirizzo e formazione che le supporti concretamente in tutto il territorio regionale per adottare le tecnologie del solare coniugando la necessità di autoprodurre energia pulita con la tutela del paesaggio e del patrimonio architettonico e storico-artistico. A più riprese abbiamo suggerito di seguire l’esempio dell’agenzia pubblica CasaClima della Provincia di Bolzano. Invitammo anche il suo fondatore Norbert Lantschner nel 2012 a Palermo che tenne un’importante conferenza in Consiglio comunale. Cinque anni dopo supportammo l’onorevole Trizzino, allora deputato regionale, nel redigere il testo del disegno di legge “Misure per la promozione della generazione distribuita nel territorio della Regione Siciliana”. La necessità di legiferare e di creare uno strumento concreto di supporto al corpo sociale per realizzare la transizione energetica come l’Istituto regionale per l’Energia Solare è ormai evidente a tutti.
Secondo te, l’introduzione dei prezzi zonali cambierà le decisioni di investimento dei consumatori di energia in Sicilia? Un eventuale prezzo più basso dell’energia potrebbe creare un disincentivo alle installazioni?
È stato un tema molto dibattuto: la generazione fotovoltaica fa scendere i prezzi zonali, rendendo progressivamente la vendita dell’energia immessa in rete meno vantaggiosa. Ma le nuove tecnologie dell’energia evolvono rapidamente. È sufficiente accoppiare un impianto fotovoltaico ad esempio da 1 MW ad un sistema di stoccaggio basato sulle sicure ed ecologiche batterie al litio ferro-fosfato per rivendere l’energia generata di giorno ai prezzi molto alti della sera, che in Sicilia sono ancora più alti di quelli di tutte le altre zone in cui è suddiviso il mercato elettrico nazionale. Inoltre, i problemi legati all’approvvigionamento di gas naturale o persino di petrolio potrebbero manifestarsi nuovamente a causa, purtroppo, della crisi delle relazioni internazionali. Per cui i prezzi elettrici potrebbero tornare a salire. La generazione fotovoltaica, basata sul sole e sulla grande efficienza e durevolezza dei moduli fotovoltaici ormai dal costo bassissimo, è ormai oltremodo redditizia. E quindi attraente per qualsiasi investitore.
Altre considerazioni rilevanti in relazione al fotovoltaico in Sicilia?
Quella principale, e spesso poco discussa e praticata, riguarda la possibilità di accoppiare la generazione fotovoltaica alla mobilità elettrica. Gli autobus delle città e quelli delle isole minori della Sicilia dovrebbero essere sostituiti rapidamente con autobus elettrici con batterie al litio ferro-fosfato che le varie società del trasporto pubblico locale potranno ricaricare gratuitamente per molti mesi l’anno grazie alla solarizzazione dei depositi degli autobus e di altri edifici. Ho fatto spesso l’esempio dell’isola di Linosa, dove qualche anno fa chiuse per manutenzione l’unico impianto di distribuzione di carburante costringendo gli abitanti a lunghi percorsi a piedi. È sufficiente dotarsi di un paio di autobus elettrici da 8 metri e di una stazione di ricarica fotovoltaica su pensilina da 100 kW per ricaricare a turno gli autobus e spostarsi gratuitamente. Vale per gli autobus e vale, naturalmente, per le famiglie e le imprese che possono ricaricare gratuitamente le loro automobili e i loro furgoni elettrici. In Sicilia, grazie all’enorme irraggiamento solare, questo è possibile farlo praticamente quasi tutto l’anno.
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