Terreni adatti disponibili in Italia quasi il doppio di quelli necessari per FV a terra, dice EBB

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L’Italia non presenta vincoli territoriali significativi allo sviluppo di impianti solari fotovoltaici, sia a terra che su tetto. Lo riporta l’Ufficio europeo dell’ambiente, noto anche come European Environmental Bureau (EEB).

“Lo spazio necessario per il solare fotovoltaico a terra è 28 volte inferiore alla quota di terreni agricoli soggetti a fenomeni di degrado elevati o molto elevati e 13 volte inferiore alla superficie agricola attualmente utilizzata in Italia per la coltivazione di foraggi”, ha scritto l’EEB nel suo rapporto sull’Italia, aggiungendo che il Bel Paese deve procedere alla rapida designazione delle Aree di accelerazione delle energie rinnovabili (RAA) per il fotovoltaico, insieme a criteri per il doppio uso del suolo per favorire l’adozione di soluzioni agro-fotovoltaiche.

Lo sviluppo di una capacità eolica onshore sufficiente in Italia richiederà invece soluzioni strategiche di pianificazione del territorio, scrive l’EEB, sottolineando che il 56% del territorio italiano è rappresentato da terreni a destinazione agricola, il 19% da aree protette, l’1,6% da aree adatte per lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile.

EEB sottolinea che i terreni agricoli in Italia ammontano a circa il 56% della superficie totale del Paese, ma una parte significativa (23%, ovvero il 13% del territorio totale) è soggetta a un degrado elevato o molto elevato.

“Nello scenario PAC, l’Italia raggiunge un sistema al 100% basato sulle fonti rinnovabili entro il 2040, dominato da capacità di generazione solare fotovoltaica (228 GW) ed eolica terrestre (39 GW). Entro il 2040, queste due tecnologie contribuiranno a circa il 68% della produzione elettrica italiana e a soddisfare il 41% del fabbisogno del Paese”, ha scritto EEB.

Lo scenario PAC è quello compatibile con gli obiettivi e target che i Paesi, inclusi tutti i Paesi europei, si sono imposti nel 2016 a Parigi.

Per ospitare queste capacità, EEB stima che l’Italia avrà bisogno di circa l’1,7% del suo territorio totale entro il 2030 e del 2,7% entro il 2040. Queste cifre superano leggermente la media dell’UE.

Il Joint Research Center (JRC), il centro studi e di intelligence della Commissione europea, ha stimato che lo 0,91% del territorio italiano è adatto allo sviluppo del solare fotovoltaico a terra, lo 0,46% per l’eolico a terra, Sia per l’eolico che per il solare, circa il 10% di questi terreni idonei si trova nelle città, il 42-46% nelle città e nei sobborghi e il 43-48% nelle aree rurali.

EEB stima che entro il 2040 l’Italia avrà bisogno dello 0,47% del suo territorio per ospitare la capacità solare a terra necessaria (78 GW).

“In base alle stime del del JRC, ciò significa che in Italia è disponibile quasi il doppio del terreno rispetto a quello necessario per ospitare gli impianti fotovoltaici a terra senza impattare su riserve naturali, altri siti ricchi di biodiversità o terreni agricoli di pregio,” ha scritto EEB.

Il fotovoltaico su tetto in Italia richiederà circa lo 0,25% della superficie del Paese entro il 2040 (per una capacità di 150 GW), che corrisponde quasi esattamente alla stima del JRC.

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