Mario Draghi, ex presidente della Banca Centrale Europea (BCE) e ex premier italiano, ha esortato gli Stati membri dell’UE a sostenere la produzione locale per la transizione energetica dell’Europa in un nuovo rapporto pubblicato dalla Commissione Europea. Ha inoltre messo in guardia dal chiudere completamente il mercato europeo delle tecnologie pulite ai prodotti e alle tecnologie cinesi.
Draghi ha affermato che è improbabile che l’industria manifatturiera del solare riesca a soddisfare la domanda se l’Europa esclude le celle e i pannelli cinesi. Ha avvertito, inoltre, che l’esclusione dei prodotti cinesi potrebbe ostacolare la capacità dell’industria di crescere e di raggiungere gli obiettivi europei in materia di energia pulita.
“Si prevede una significativa sovraccapacità: al più tardi entro il 2030, la capacità produttiva annua della Cina per il solare fotovoltaico (FV) dovrebbe essere il doppio del livello della domanda globale, mentre per le batterie si prevede che coprirà almeno il livello della domanda globale”, si legge nel rapporto. “L’UE sta già assistendo a un forte deterioramento della sua bilancia commerciale con la Cina, che riflette in particolare le importazioni di veicoli elettrici, batterie e prodotti solari fotovoltaici. Sebbene l’aumento dei fallimenti di aziende in Cina suggerisca che l’economia stia entrando in una fase di consolidamento industriale, è probabile che la sovrapproduzione persista, soprattutto a causa dell’attuale debolezza dei consumi delle famiglie e degli elevati tassi di risparmio”.
Il rapporto afferma che Paesi come l’India e gli Stati Uniti hanno innalzato barriere commerciali contro i prodotti cleantech cinesi, reindirizzando in questo modo buona parte della sovraccapacità cinese verso il mercato dell’UE. Il rapporto avverte che seguire l’approccio statunitense di bloccare la tecnologia cinese, tuttavia, potrebbe rallentare la transizione energetica e far lievitare i costi per l’economia dell’UE.
Il rapporto ha anche osservato che un approccio puramente “laissez-faire” potrebbe non essere l’ideale per sostenere le catene di approvvigionamento nazionali in Europa. Secondo le simulazioni della BCE, se la Cina sovvenzionasse l’industria dei veicoli elettrici come ha fatto con l’energia solare, la produzione europea di veicoli elettrici potrebbe calare del 70% e la quota di mercato globale dei produttori dell’UE potrebbe diminuire di 30 punti percentuali.
Draghi ha affermato che i Paesi europei dovrebbero adottare una strategia mista, combinando gli investimenti diretti esteri (IDE) con misure commerciali per contrastare il vantaggio di costo creato dai sussidi esteri, come quelli forniti dal governo cinese. Il bilanciamento di questi approcci sarà fondamentale per mantenere la competitività nel settore cleantech.
“L’UE dovrebbe puntare ad aumentare la ‘bancabilità’ a lungo termine dei nuovi investimenti in Europa, ad esempio applicando requisiti di contenuto locale, e a garantire un livello minimo di sovranità tecnologica”, si legge nel rapporto. “Quest’ultimo obiettivo può essere raggiunto richiedendo alle aziende straniere che vogliono produrre in Europa di entrare in joint venture con aziende locali”.
Il rapporto esorta inoltre l’UE a creare un “piano comune” che allinei tutte le politiche agli obiettivi del blocco. Ha sottolineato la necessità di un approccio coordinato per garantire coerenza ed efficacia nel raggiungimento degli obiettivi dell’Unione Europea.
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