L’ottava Commissione Ambiente del Senato ha svolto ieri le audizioni sullo schema di decreto legislativo n. 187, ovvero il Testo unico FER. I primi a essere ascoltati sono stati Gaetano Armao, Dario Fossati e Giuseppe Angelini, presidenti, rispettivamente, delle Commissioni VIA di Sicilia, Lombardia e Puglia.
Successivamente è stato il turno delle associazioni di settore. Di seguito riportiamo alcuni estratti dalle memorie di Elettricità Futura, Alleanza per il fotovoltaico, Energia Libera, ANEV e Italia Solare.
Per Elettricità Futura lo schema di decreto prevede anche l’introduzione di “una serie di vincoli ed appesantimenti burocratici rispetto alle norme ad oggi vigenti che rischiano di vanificare le finalità stesse del provvedimento”.
“È il caso – si legge nella memoria dell’audizione – della richiesta di idoneo titolo edilizio applicata in modo generalizzato anche a interventi oggi realizzati in edilizia libera, o della previsione di acquisire pareri dalle Soprintendenze anche per interventi di rifacimento e potenziamento di impianti, che hanno già ottenuto le necessarie autorizzazioni. Mancano inoltre una disciplina sul transitorio, e la regolazione delle principali fattispecie di impianti di accumulo (BESS stand-alone e accoppiate a impianti FER) e le relative semplificazioni già previste. Oppure ancora non è prevista la possibilità di convocare, ai fini del rilascio dell’Autorizzazione Unica, la conferenza di servizi in modalità asincrona e semplificata, non viene introdotta una disciplina per i progetti autorizzati e non ancora realizzati, manca un coordinamento con la disciplina sugli espropri”.
Alleanza per il fotovoltaico ha evidenziato che “non viene specificato quale sia il regime autorizzativo applicabile alle modifiche eseguite sui progetti già in possesso dei titoli abilitativi ma non ancora realizzati”.
“Sarebbe opportuno chiarire questo aspetto con una clausola di portata generale, per evitare sin da subito incertezze normative. Suggeriamo, quindi, di applicare ai progetti già abilitati ma la cui costruzione non è ancora iniziata la stessa disciplina prevista per gli interventi sugli impianti già esistenti”, hanno evidenziato dall’associazione. In sintesi, per l’Alleanza “il Testo Unico Autorizzazioni ha aggravato le procedure relative agli interventi sugli impianti esistenti”.
Energia Libera ha avanzato alcune proposte di integrazione allo schema di decreto. La più importante per l’associazione è quella che riguarda una “Proposta di inserimento di clausola di salvaguardia”.
“Al fine di garantire l’irretroattività della disciplina, che minaccerebbe lo sviluppo degli impianti in corso di autorizzazione – scrive l’associazione – si ritiene opportuno che per le procedure in corso il proponente abbia la possibilità di applicare la disciplina prevista dallo Schema oppure quella previgente”.
Viene pertanto suggerito di inserire all’articolo 14, dopo il comma 1, il seguente comma: “2. A decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto, le disposizioni di cui all’Allegato D continuano ad applicarsi, su istanza del soggetto proponente, esclusivamente alle procedure in corso. Ai fini di cui al primo periodo, per procedure in corso si intendono quelle abilitative, o autorizzatorie o di valutazione ambientale, per le quali la verifica di completezza della documentazione presentata a corredo del progetto risulti compiuta alla data di entrata in vigore del presente decreto o siano trascorsi i termini di legge per l’avvio del procedimento, previsti dalla normativa vigente alla data di presentazione della domanda, senza che vi sia stata una richiesta di integrazione o una comunicazione di improcedibilità da parte dell’Amministrazione competente”.
Nell’elenco di proposte dell’Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV) rientra la necessità di mantenere una “continuità con le disposizione che negli anni si sono dimostrate maggiormente efficaci nel promuovere le fonti rinnovabili”.
Al proposito l’associazione chiede di mantenere nel Testo unico FER:
- apposizione del vincolo preordinato all’esproprio delle aree interessate dalla realizzazione di determinati impianti a fonte rinnovabile e delle opere connesse;
- divieto di subordinare il rilascio dei titoli abilitativi al riconoscimento di eventuali misure di compensazione e, ammettendo la possibilità di prevedere misure di compensazione e riequilibrio ambientale, imposizione di un tetto massimo alle stesse al pari al 3% dei proventi;
- semplificazioni autorizzative da applicare ai casi di integrali ricostruzioni, rifacimenti, riattivazioni e potenziamenti di impianti a fonte rinnovabile;
- semplificazioni da applicare ai casi di interventi di modifica su impianti eolici già in esercizio, abilitati o autorizzati, inclusi quelli consistenti nella modifica della soluzione tecnologica che non prevedano un incremento dell’area occupata
Italia Solare ha segnalato una serie di criticità tra le quali evidenzia che “a parte la ricostituzione di un testo unico sui procedimenti, non si ravvedono le semplificazioni previste dalla delega e da ogni parte auspicate, e anzi talora sono previste nuove complicazioni”.
Come esempio l’associazione riporta “l’introduzione, per tutti i regimi amministrativi, del titolo edilizio ai fini della costruzione degli impianti, previsione dannosa non solo perché appesantisce tutti i procedimenti, ma anche e soprattutto in considerazione della peculiarità degli impianti fotovoltaici, che vengono realizzati senza costruzione di volumetrie significative, a parte (e non sempre) modeste cubature per gli apparati di servizio; ciò significa creare incertezze per gli operatori e un enorme aggravio amministrativo per i Comuni”.
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