Agrivoltaico e FerX: l’importanza delle visioni e delle strategie

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Il 1° marzo 2024 è stata resa nota la bozza del Decreto FER-X, che prevede l’accesso agli incentivi per energie rinnovabili anche per impianti su suolo agricolo. Una novità che fino a oggi non era possibile. Siamo parte di una rivoluzione, di un importante cambiamento che sta rimescolando le prassi, le regole e le convenzioni a cui eravamo abituati.

Nell’attesa gli operatori si stanno preparando, ma la bozza non fa luce su alcuni punti oscuri che rimangono degli interrogativi per gli addetti ai lavori. Non si esplicitano le specifiche richieste per questi impianti, cosa che lascia un alone di mistero e affida al mercato l’interpretazione, più o meno letterale, per preparare le proprie risorse a questo schema incentivante.

In questa fase, in cui le strategie e le visioni si confrontano solo con ipotesi, sebbene piuttosto concrete, tra le osservazioni formulate emerge la richiesta di un contingente separato per impianti agrivoltaici differenziati per tipo e potenza di installazione, e un fattore correttivo relativo alla localizzazione geografica e al fattore di irraggiamento (Nord, Centro e Sud).

In altre parole, le richieste sembrano avvicinarsi allo schema del bando GSE per l’agrivoltaico avanzato e riflettono lo stesso approccio da parte degli operatori di mercato, che stanno rendendo questa pratica sempre più strutturale.

Il primo segnale forte è stato confermato dal Decreto Agricoltura del 15 maggio 2024 n. 633, che limita la possibilità che i terreni agricoli diventino idonei per impianti PV, poi confermato dal DM Aree Idonee del 3 luglio 2024 che indica un’eccezione per impianti necessari per il conseguimento degli obiettivi del PNRR (tra cui gli impianti agrivoltaici c.d. avanzati).

Tutti gli indizi portano a pensare non solo che il nuovo FER-X si orienterà verso l’agrivoltaico avanzato, ma anche che, secondo una lettura più conservativa del DM aree idonee del 3 luglio 2024, tutti gli impianti su aree agricole dovrebbero evolversi nell’agrivoltaico avanzato, non considerando più lo standard applicabile.

In questa fase di incertezza molti operatori si stanno strutturando per portare tutte le autorizzazioni (anche in fase autorizzativa già avanzata) verso un modello di agrivoltaico avanzato, con non poche complessità per la parte di progettazione e una difficoltà oggettiva nel calcolo di CAPEX ed OPEX reali.

Avere le competenze per redigere uno studio del genere, aderente alle specifiche tecniche spesso richieste da questo settore, è un’attività che il mondo attuale degli agronomi non conosce e con cui non si è mai interfacciato: si tratta di un’analisi che richiede competenze professionali di progettazione fotovoltaica, normativa, contrattualistica e che deve fissare con attenzione le richieste da rivolgere all’istituto di finanziamento.

Inoltre, per quanto riguarda le possibili regole per l’agrivoltaico avanzato, non è escluso che emergano delle differenze tra le specifiche tecniche del GSE e quelle che verranno definite dal FER-X.

È necessario quindi mantenere un approccio flessibile, tenendo anche in considerazione le varie richieste e prescrizioni degli enti sugli aspetti agricoli e zootecnici, che ogni giorno stanno diventando sempre più complesse da affrontare.

Ci troviamo quindi in uno scenario di profondo cambiamento nel mondo delle energie rinnovabili, dove le normative guidano a procedere verso la progettazione di impianti agrivoltaici avanzati. Allo stesso tempo, però, questa fase di incertezza e complessità progettuale sta portando per la prima volta gli operatori a compiere scelte strategiche ben chiare, che potrebbero portarli verso un successo o un insuccesso a seconda proprio delle strategie elaborate e di come saranno messe in atto.

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