Saipem spiega a pv magazine nuovo prototipo di fotovoltaico galleggiante per ambienti ostili

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Il prototipo di galleggiante XolarSurf, creato da una controllata di Saipem in collaborazione con il produttore norvegese Kystteknikk e altri subappaltatori, è stato varato presso gli impianti di Kystteknikk a Dyrvik, sull’isola di Frøya, all’imboccatura del fiordo di Trondheim in Norvegia. pv magazine Italia ha ottenuto ulteriori dettagli da Ida Husem, AD di Moss Maritime, la filiale norvegese di Saipem che ha sviluppato la tecnologia XolarSurf.

Il prototipo è progettato per resistere a onde fino a 8 metri. Quali geografie sono compatibili con questo progetto? Ci sono aree geografiche in cui il galleggiante non potrebbe essere utilizzato o non avrebbe troppo senso (commerciale)?

Ida Husem: Onde fino a 8 metri (altezza d’onda significativa fino a 4 metri) si possono trovare, ad esempio, in gran parte del Sud-Est asiatico, nelle zone costiere del Mediterraneo, del Golfo di Guinea, del Medio Oriente. Per le località con ambienti più difficili, ad esempio il Mare del Nord, abbiamo sviluppato XolarSurf generazione 2 che si basa sugli stessi principi del prototipo generazione 1, ma ha una struttura più robusta. Per luoghi più tranquilli potrebbe essere applicabile una versione ridotta di XolarSurf.

XolarSurf è una tecnologia solare galleggiante modularizzata. Può descrivere i moduli?

Ogni modulo, o galleggiante, è costituito da elementi di galleggiamento, da un telaio, da una struttura di montaggio fotovoltaica e da apparecchiature elettriche come pannelli fotovoltaici, inverter e cablaggio. Un’isola sarà composta da diversi galleggianti singoli collegati tra loro con giunti rotanti autolubrificati. I singoli galleggianti sono liberi di ruotare l’uno rispetto all’altro, facendo sì che l’isola agisca come un tappeto galleggiante sopra le onde in arrivo. Le dimensioni di un’isola dipendono dalle condizioni locali del sito e dalle esigenze del cliente. Per i parchi più grandi è sufficiente installare più isole: il numero di galleggianti per isola e il numero di isole in un parco possono essere personalizzati per soddisfare qualsiasi esigenza di capacità.

È possibile utilizzare più moduli insieme? Avete già progettato il sistema per collegare i diversi moduli?

Sì, il sistema per collegare i diversi moduli è stato progettato e testato. Abbiamo effettuato prove di resistenza e di fatica del connettore da galleggiante a galleggiante in laboratorio e prove su scala reale della procedura di aggancio in mare aperto, ossia come collegare i moduli/galleggianti tra loro quando sono a galla e si muovono l’uno rispetto all’altro.

Come si può collegare la soluzione ai parchi eolici? Quali sono le sinergie?

Le principali sinergie sono legate ad un uso più efficiente dell’area, in quanto le isole FPV possono essere collocate tra le turbine eoliche, all’uso della stessa infrastruttura per il trasporto dell’elettricità a terra e a campagne di O&M congiunte. Inoltre, il binomio eolico-solare offre un profilo di produzione più equilibrato: nei giorni di sole il vento è spesso limitato, mentre il sole può essere limitato nei giorni di vento.

Può spiegarci la storia del prototipo? Siete già in contatto con possibili clienti?

Il prototipo è il risultato di diversi anni di sviluppo, progettazione, test di modelli e componenti in laboratorio e test su scala reale di operazioni marine critiche per l’installazione di un parco solare galleggiante offshore, con uno sforzo congiunto di Saipem, Moss Maritime ed Equinor che hanno unito il loro impegno e le loro competenze. Negli ultimi anni siamo stati in contatto con diversi possibili clienti, con alcuni dei quali stiamo valutando future collaborazioni.

Mi risulta che il settore principale sia quello dell’acquacoltura. Il sistema aiuterebbe questa industria ad avere accesso all’elettricità rinnovabile, giusto? In quali processi specifici?

L’industria dell’acquacoltura è un settore in cui l’FPV è molto adatto, poiché molti di essi utilizzano ora generatori diesel. Il loro principale consumo di energia è l’alimentazione dei pesci. Altre applicazioni sono la fornitura di elettricità a zone remote o con limitata accessibilità alla terraferma, o come soluzioni ibride con l’energia eolica offshore.

Capisco che la fase di test durerà un anno, giusto? Quando pensate che il prototipo sarà disponibile in commercio?

Sì, la fase di test durerà un anno. Parallelamente a questa fase di test, stiamo lavorando per sviluppare ulteriormente i progetti XolarSurf di generazione 1 (prototipo, in ambiente semi-ostile) e di generazione 2 (in ambiente ostile). Il lavoro per la realizzazione di un prodotto commerciale coinvolgerà progetti pilota da 0,5 a 1 MW, si spera nel prossimo futuro.

Saipem sta lavorando su altre tecnologie solari galleggianti offshore? Quali?

Moss Maritime, una società controllata al 100% da Saipem, è proprietaria della tecnologia XolarSurf e attualmente è responsabile di tutto lo sviluppo del solare galleggiante offshore all’interno di Saipem.

Avete detto che ogni galleggiante potrebbe generare fino a 35-45 kW di potenza. Quali fattori definiscono la possibile produzione finale (irraggiamento, temperatura…)?

La capacità installata per ogni galleggiante dipende dalle dimensioni del galleggiante, dalla disposizione dei pannelli fotovoltaici (angolo di inclinazione, elevazione dalla struttura) e dalle dimensioni e capacità dei pannelli fotovoltaici. 35-45 kW è la potenza installata sul prototipo lanciato di recente, mentre la potenza generata dipende dall’irraggiamento, dalla temperatura, dall’efficienza dei pannelli FV, dalla sporcizia, ecc. Tuttavia, l’efficienza dei pannelli sta aumentando rapidamente e tipicamente, e sulla base dell’efficienza oggi disponibile un pannello può avere una capacità di 700 W, il che significa un aumento significativo della capacità per galleggiante già disponibile.

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