Elettricità Futura e Federazione ANIE, le due associazioni per la filiera industriale nazionale dell’energia elettrica aderenti a Confindustria, chiedono al Governo di emanare una norma che eviti il blocco della filiera nazionale delle tecnologie elettriche rinnovabili in Italia. Questo mentre Elettricità Futura convoca un’assemblea straordinaria, in programma a Milano lunedì 14 ottobre.
“Il nuovo quadro normativo – DM Aree Idonee, DL Agricoltura e l’emanando “Testo Unico per le rinnovabili” – rischia di tradursi in un vero e proprio stop ai progetti già in corso di autorizzazione e di rendere il 96% del territorio italiano non idoneo alle rinnovabili”, hanno detto le due associazioni.
In particolare Elettricità Futura e Federazione ANIE chiedono al Governo di emanare una norma in base alla quale le Regioni, nell’esercizio del loro potere di normazione sulle aree idonee, rispettino le aree idonee individuate ex lege dall’articolo 20 del D.Lgs. n. 199/2021 di attuazione della Direttiva (UE) 2018/2001 (Direttiva RED II) e non intervengano a bloccare progetti per i quali sia stata avviata almeno una delle procedure amministrative necessarie ad ottenere l’autorizzazione a realizzare l’impianto.
“In ogni caso, dovranno essere fatti salvi tutti i progetti, già in corso di autorizzazione, che dal 2021 ad oggi sono stati localizzati nelle aree idonee ex lege (art. 20 d.lgs. 199/2021)”, hanno scritto le due associazioni.
Senza un intervento normativo da parte del Governo di questo tipo, l’Italia, spiegano le due associazioni, non potrebbe rispettare gli obiettivi del PNIEC, del PNRR e del DM Aree Idonee.
Il caso Re Rebaudengo
“Le rinnovabili sono le tecnologie che producono energia elettrica al minor costo e che garantiscono al Paese sicurezza e indipendenza energetica. Il loro sviluppo dovrebbe essere pertanto la priorità”, ha detto Agostino Re Rebaudengo, presidente Elettricità Futura.
Voci di corridoio riferiscono a pv magazine Italia che diverse società energetiche, tra cui Edison, Enel e Eni, avrebbero chiesto la sostituzione di Agostino Re Rebaudengo. Secondo l’Ansa, il direttore per l’Italia di Enel, Nicola Lanzetta, e il vicepresidente della Divisione Sostenibilità di Edison, Marco Peruzzi, sono tra i candidati più probabili a prendere il posto di Re Rebaudengo, presidente da luglio 2020.
Sono già intervenuti diversi soggetti in merito.
Il “100% rinnovabili network” costituito da Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, Greenpeace, Kyoto Club, Legambiente e WWF Italia ha criticato la possibile destituzione.
“L’Italia non può permettersi di correre questo rischio, data la totale discrezionalità lasciata alle Regioni dal DM Aree Idonee, come dimostra il caso della Sardegna il cui disegno di legge sulle aree idonee ha effetti retroattivi e definisce criteri che renderanno non idoneo il 99% del territorio sardo”, si legge in un comunicato congiunto.
Secondo il Politecnico di Milano le filiere industriali del fotovoltaico e dell’eolico hanno generato un volume d’affari di circa 10 miliardi di euro nel 2023.
“Il lavoro del governo Meloni per rallentare la transizione ecologica è molto evidente e il Pniec inviato a Bruxelles è la cartina di tornasole di questa involuzione a favore dei signori del gas. Le ripetute uscite del neo presidente di Confindustria Orsini contro il Green Deal non fanno altro che assecondare un possibile declino dell’economia verde made in Italy a favore dell’industria green cinese e statunitense”, ha commentato il “100% rinnovabili network”.
Secondo contratto Re Rebaudengo dovrebbe rimanere alla presidenza di Elettricità Futura fino al 2026.
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