L’aggiornamento del PNIEC italiano resta gravemente inadeguato ad affrontare l’emergenza climatica e ad accelerare la decarbonizzazione dell’Italia, non mostrando alcun miglioramento significativo rispetto alle bozze precedenti e non rispondendo alla maggior parte delle raccomandazioni della Commissione.
Lo dice CAN Europe, nel rapporto contenente l’aggiornamento dei risultati dell’attività di tracciamento dei Piani nazionali per l’energia e il clima, in cui sottolinea che il governo italiano dovrebbe smettere di fare ricorso a “false soluzioni” come la cattura e lo stoccaggio dello carbonio o l’energia nucleare.
“Queste non sono né sviluppate né saranno realizzabili in Italia entro il 2030 e che quindi compromettono un vero progresso”, ha scritto CAN Europe, aggiungendo che l’Italia ha complicato invece che semplificare i processi di autorizzazione delle centrali elettriche a energia rinnovabile.
Sottolineata poi la generale mancanza di impegno con la società civile durante il processo di stesura del documento. Questa mancanza di dialogo con la popolazione “compromette la credibilità e l’efficacia del PNEC italiano”.
La rete globale di oltre 1.300 organizzazioni non governative ambientaliste scrive che gli obiettivi climatici ed energetici riportati nel PNIEC finale sono allineati con i parametri di riferimento dell’UE, ma il piano manca sia di ambizione negli obiettivi di riduzione delle emissioni sia delle risposte strutturali sociali necessarie per una giusta transizione.
“La proposta di riduzione complessiva delle emissioni di gas serra solo del 44,3% entro il 2030 è significativamente inferiore all’obiettivo del 51% fissato dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) e all’obiettivo del 55% dell’UE. L’Italia è in linea con l’obbligo minimo EED [Energy Efficiency Directive] per il suo contributo di energia finale, ma non per il suo contributo di energia primaria. Va notato che il contributo dell’Italia all’energia primaria per il 2030 è coerente con la deviazione della formula EED. Secondo le proiezioni derivanti dalle politiche e dalle misure contenute nel PNIEC finale, esse non saranno sufficienti a raggiungere gli obiettivi climatici ed energetici delineati nel piano. L’Italia non raggiungerà l’obiettivo ESR [Effort Sharing Regulation] e si prevede che otterrà solo una riduzione del 40,6% entro il 2030, rispetto all’obiettivo di -43,7% secondo il regolamento sulla condivisione degli sforzi (ESR)”.
Inoltre, il trattamento dei pozzi di carbonio da parte del piano è inadeguato, dice CAN Europe, con proiezioni pari solo al 28,4%, al di sotto del 35,8% richiesto dal regolamento LULUCF.
Sebbene vi siano miglioramenti negli impegni per le energie rinnovabili, l’Italia ha un consumo previsto per il 2030 superiore ai suoi obiettivi, con misure politiche nazionali che portano a 123,3 Mtep il consumo di energia primaria e a 101,7 Mtep il consumo di energia finale al 2030, ben al di sopra dei contributi indicati dall’Italia.
“Le misure non sono quindi sufficienti per raggiungere i contributi nazionali EED nazionali, e devono essere pianificate misure aggiuntive insieme a una traiettoria dettagliata (che attualmente manca)”.
Nel 2022 l’Italia non era pienamente in grado di attuare il suo vecchio piano 2019. CAN Europe rileva, già allora, ritardi in due settori (energia e trasporti) e progressi in linea con gli obiettivi al 2019 (edilizia e industria). L’associazione sottolinea comunque che le ambizioni del vecchio piano 2019 erano già ormai obsoleti nel 2022.
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