Pompe di calore: il modo più redditizio di utilizzare il fotovoltaico. Lo spiega Assoclima a pv magazine Italia

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Lo scorso 21 ottobre si è svolto il primo Heat Pump Day, un’iniziativa coordinata dall’European Heat Pump Association (EHPA) per promuovere la conoscenza e l’adozione delle pompe di calore elettriche, considerate come una delle principali soluzioni chiave per la transizione energetica e la decarbonizzazione del continente.

pv magazine Italia ha intervistato Marco Dall’Ombra, capogruppo Pompe di Calore di Assoclima, l’Associazione Nazionale dei Costruttori di Apparecchiature per la Climatizzazione che di recente ha divulgato il dato pari a 22 milioni di pompe di calore elettriche già installate in Italia, con un potenziale in continua crescita, in grado di offrire risparmi annui fino al 32%, ridurre il consumo di gas e favorire l’indipendenza energetica”.

“L’energia prodotta dal fotovoltaico nelle pompe di calore è il modo più redditizio ed efficiente per farlo”, ha affermato Dall’Ombra, che ce lo ha spiegato dettagliando l’aspetto di efficienza.

Marco Dall’Ombra

Che connessione c’è tra l’andamento del settore delle pompe di calore e quello del fotovoltaico?
Fotovoltaico e pompe di calore elettriche sono l’ideale complemento, la prima dal lato produzione e la seconda dal lato utilizzo. Esistono 3 buone ragioni per affermare che esiste una connessione molto forte tra le due tecnologie, che si riflette sempre più spesso in una domanda di mercato “sincronizzata”. La prima è l’efficienza. Per fornire 3 kWh (termici) all’ambiente interno, la pompa di calore utilizza al massimo 1 kWh elettrico poiché i restanti 2 (o più) li prende dall’ambiente esterno, quindi aria, acqua o terreno. Immediata quindi la differenza con le altre utenze domestiche e non (illuminazione, piani ad induzione, elettrodomestici, veicoli elettrici e più in generale motori elettrici) che per ogni kWh di effetto utile richiedono un po’ più di 1 kWh elettrico.

E le altre due ragioni?
La pompa di calore è una macchina reversibile, in grado di fornire sia calore d’inverno che raffrescamento in estate, quando la produzione da fotovoltaico è al suo massimo. In modalità climatizzazione, inoltre, è ancora più efficiente, perché per “togliere” (siamo in estate, quindi l’ambiente va raffrescato) i 3 kWh di prima la pompa di calore utilizza non più di 0,6 kWh. Infine, terzo motivo e ulteriore possibilità offerta dall’abbinamento delle due tecnologie è legata al fatto che la pompa di calore produce anche acqua calda sanitaria. Utilizzare l’eccedenza di produzione da fotovoltaico per accumulare l’energia sotto forma di acqua calda è un ulteriore possibilità offerta dall’abbinamento delle due tecnologie.

Ci saranno ulteriori sviluppi sinergici in futuro?
Sì. Le CER daranno un ulteriore impulso a questa sinergia, sia in presenza di pompe di calore distribuite nelle singole unità immobiliari, sia nel caso di impianti centralizzati. Grazie all’efficienza e alla capacità di stoccaggio dell’energia delle pompe di calore si potrà ottimizzare l’investimento in fotovoltaico, così da “fare di più con meno”. Un altro impulso importante potrebbe arrivare dalla nuova versione del Conto Termico. Se il testo sottoposto ad indagine pubblica resterà tale, il fotovoltaico potrà essere ammesso all’incentivo solo a condizione che l’intervento preveda la contestuale installazione di una pompa di calore.

Il Presidente di Assoclima Maurizio Marchesini, in una recente nota, ha inoltre spiegato che uno studio presentato alla Camera dei Deputati lo scorso 16 ottobre evidenzia come “le pompe di calore potrebbero essere le soluzioni che beneficerebbero maggiormente da incentivi mirati, selettivi e sostenibili perché questi amplierebbero in maniera sostanziale la platea dei potenziali fruitori di una tecnologia che presenta indubbiamente le prestazioni più elevate rispetto a tutte le altre”.

Marchesini sottolinea anche il progresso tecnologico che ha reso possibili soluzioni impiantistiche un tempo impraticabili. “Riteniamo che, con un’informazione corretta, i giusti incentivi e una gestione oculata del rapporto del prezzo tra energia elettrica e gas, al 2040 lo stock attivo di pompe di calore potrebbe raggiungere i 28 milioni”.

Assoclima aggiunge che oggi il vero tema è il prezzo dell’energia elettrica, “ancora troppo alto rispetto a quello del gas”. “La strada è quella di sfruttare tutte le opzioni per produrre sempre più energia elettrica rinnovabile e a un costo sempre più basso. Le pompe di calore offrono le migliori prestazioni rispetto ad altre tecnologie di riscaldamento e, già con le attuali offerte del mercato libero, consentono risparmi annui tra il 23% e il 32% rispetto alle caldaie a gas, a seconda della tipologia abitativa e della zona climatica”.

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