Dal Mase compatibilità ambientale negativa per 96 MW di fotovoltaico in Sardegna

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Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha rilasciato giudizio negativo di compatibilità ambientale per un progetto di impianto fotovoltaico da 96,1 MW in Sardegna. Inoltre, ha espresso giudizio positivo per il progetto di un impianto agrovoltaico da 20 MW, con sistema di accumulo da 10 MW, in Basilicata.

Con decreto n. 373 del 6 novembre il Ministero ha espresso valutazione di impatto ambientale (VIA) negativa al progetto di un impianto fotovoltaico da 96,1 MW da realizzarsi nel Comune di Uta (CA). Il parere negativo del Mase segue l’esito negativo rilasciato dalla Commissione Tecnica Pnrr-Pniec e la nota della soprintendenza per il Pnrr del Ministero della Cultura. La società proponete è la Diomede S.r.l..

Tra le ragioni della bocciatura rientrano le criticità sollevate dalla soprintendenza di Cagliari che, nel parere endoprocedimentale, si è opposta alla realizzazione dell’impianto evidenziando che ricadrebbe in un territorio interresato da “importanti testimonianze di una occupazione capillare ai piedi del Monte Arcosu, in particolare in età nuragica, con riutilizzo di strutture protostoriche e di frequentazione anche in età romana”.

Inoltre, per quanto attiene agli aspetti paesaggistici, “la proposta progettuale non risulta sostenibile poiché le aree interessate dall’intervento non sono conformi alla disciplina dell’assetto ambientale e insediativo del Piano paesaggistico regionale e sono caratterizzate dalla contiguità a beni paesaggistici”.

Con decreto n. 375 del 7 novembre il Ministero ha espresso valutazione di impatto ambientale (VIA) positiva al progetto di un impianto agrivoltaico denominato “Sterpara 2” da 19,9 MW di potenza e 10 MW di accumulo da realizzarsi nel Comune di Montemilone (PZ).

La società proponente, Ambra Solare 28 S.r.l., dovrà rispettare alcune condizioni ambientali e paesaggistiche fissate dalla Commissione tecnica Pnrr-Pniec.

Nel progetto esecutivo il proponente è tenuto a specificare le modalità per limitare il consumo di suolo fertile nei lavori che comportano l’asportazione del terreno di scotico o il transito sul suolo, limitando l’impermeabilizzazione ed asportazione di suolo, prevedendo eventualmente il suo stoccaggio provvisorio e la conservazione delle condizioni di fertilità per il suo riutilizzo a fine lavori. Inoltre, deve adottare “opportuni accorgimenti” in modo che si possa intervenire tempestivamente in caso di sversamenti accidentali di sostanze inquinanti, ad esempio provenienti dalle macchine operatrici, asportando la porzione di suolo interessata e conferendola a trasportatori smaltitori autorizzati.

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