Dodici regioni su 20 raggiungono gli obiettivi di nuova capacità per il 2024

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Molise, Sardegna, Calabria, Sicilia e Puglia sono le regioni al momento più lontane dal raggiungimento degli obiettivi regionali al 2030 definiti nel Decreto Aree Idonee del 21 giugno 2024. Emerge dal rapporto “Regioni e aree idonee” di Legambiente che ricorda come servono ora 10,2 GW di installazioni all’anno per raggiungere gli obiettivi al 2030.

“Andando a guardare il dettaglio delle Regioni, Trentino-Alto Adige a parte, che spicca con il 60,8% dell’obiettivo raggiunto, le altre regioni si mantengono al di sotto del 35%. Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Vall D’Aosta e Piemonte con una media tra il 34,4% e il 30,6%, e poi a scendere fino ad arrivare nelle ultime posizioni con il Molise, appena il 7,6%, la Sardegna con il 13,9% e la Calabria con il 14%”, ha scritto Legambiente.

Diverse, comunque, le regioni che hanno già raggiunto e superato gli obiettivi annuali al 2024 come definiti dal decreto nazionale, riporta l’associazione ambientalista.

“Parliamo di 12 regioni su 20: Trentino-Alto Adige con 418,2 MW in più, Friuli-Venezia Giulia con 269,6 MW, Lazio con 667,6 MW, Valle d’Aosta con 73,9 MW, Piemonte con 484,1 MW, Lombardia con 723,2 MW, Veneto con 363,3 MW, Campania con 169,8 MW, Abruzzo con 96,4 MW, Umbria con 134,1, Emilia-Romagna con 58,1 e Toscana con 94,5 MW”, ha scritto Legambiente.

Otto le regioni che non hanno raggiunto gli obiettivi annuali, complessivamente con 1 GW circa di installazioni mancanti: Puglia con –435,5 MW, Sicilia con –150,5 MW, Sardegna con –130,1 MW, Basilicata con –118,6 MW, Calabria con –104 MW, Molise con –98,4 MW, Marche con -28,7 MW e Liguria con –16,4 MW.

Il Decreto del 21 giugno 2024 ha stabilito per ogni regione un obiettivo di nuova capacità da fonti rinnovabili da realizzare entro il 2030. Per ogni regione è stata individuata, una quota di realizzazione di nuova capacità da rinnovabili che oscilla dai 10.485 MW della Sicilia e dai 8.766 MW della Lombardia ai 328 MW della Val D’Aosta, la regione con la minor quota prospettata. Sono poi individuati target annuali.

Nel rapporto, Legambiente ha poi presentato le pagelle delle regioni, valutandole anche per quanto già fatto nel processo di definizione delle leggi regionali in tema di aree idonee.

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