Intervista – Coordinamento Free: ritardi FerX creano frammentazione e incertezza pericolosa

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Stando alle recenti dichiarazioni di Federico Boschi, capo dipartimento Energia del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), al Forum Italia Solare, il Mase “sta mandando” la proposta sul FerX alla Commissione europea.

Le prime aste FerX, pertanto, sono attese nella seconda metà del 2025, in ritardo di diversi mesi rispetto alle aspettative iniziali. Un quadro emerso negli ultimi giorni che complica ulteriormente il processo decisionale degli operatori che stanno aspettando il decreto.

“Il passaggio interno con Arera è stato già fatto. Quindi, quando il documento tornerà da Bruxelles, i tempi dovrebbero essere rapidi. Nonostante l’insediamento del nuovo esecutivo europeo, qualora si presentassero dei ritardi, non sarebbero legati a questo ma piuttosto dettati dal processo: ci potrebbero essere inghippi legati alla necessità di raggiungere degli accordi”, ha detto a pv magazine Italia Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento Free.

Per Piattelli una seconda complessità è legata allo sdoppiamento del FerX in transitorio e definitivo: “il rischio è che il transitorio arrivi quando doveva essere finito. È quasi un autogol. Si poteva puntare invece su un FerX classico, senza ulteriori complessità che hanno solo rallentato i tempi”.

Una terza difficoltà è legata alla struttura del FerX: “per come è stato strutturato c’è un meccanismo per gli impianti sotto il MW in cui Arera deve intervenire per la definizione dei prezzi. Arera ha chiesto un aumento da 60 a 120 giorni, per poi riceverne 90. Anche ipotizzando che il FerX arriverà in primavera ci vorranno ulteriori 90 giorni per la definizione dei prezzi. È impensabile che questi impianti sotto il MW verranno connessi entro la fine 2025” ha aggiunto Piattelli.

Tempistiche

“Ci hanno fatto capire che le aste prima dell’estate non usciranno. È ovvio che, anche se il FerX transitorio dovesse uscire i primi mesi del prossimo anno, per gli impianti sopra il MW il 2025 sarebbe comunque un anno perso”, ha detto Piattelli.

Anche gli impianti sotto il MW, però, potrebbero subire ritardi perché fino a giugno-settembre gli operatori rischiano di non avere le informazioni per partire.

“Alcuni soggetti potrebbero non voler partire in anticipo, aspettando le decisioni di Arera sui prezzi. Verosimilmente metà anno andrà perso. A quel punto subentra anche il problema della connessione che dovrà essere chiarito. Servirà un meccanismo per dare una proroga oltre dicembre 2025 perché è evidente che non ci siano i tempi tecnici”.

Il futuro degli impianti che aspettano il FerX

Parlando con diversi operatori pv magazine Italia ha rilevato tre casistiche per gli impianti che aspettano il FerX: gli impianti con annessi sitemi BESS andranno avanti perché meno esposti alle oscillazioni dei prezzi dell’energia nelle ore con alta produzione fotovoltaica. Poi ci sono gli impianti che aspetteranno il FerX per via del bisogno di una sicurezza sul lato flussi di cassa e quelli che allacceranno gli impianti direttamente per obblighi contrattuali e procedurali o per altre motivazioni interne. Un esempio di questi ultimi, ha detto Piatteli, è quando c’è la necessità di “mantenere in piedi l’autorizzazione unica”.

Il presidente del Coordinamento Free ha aggiunto anche una quarta categoria. Si tratta di impianti principalmente al Centro-Nord Italia che, in considerazione dei prezzi dell’energia molto elevati, si assumono il rischio di mercato “considerando che al Centro-Nord non ci saranno forti abbassamenti dei prezzi nei prossimi anni”.

Il problema dell’algoritmo del FerX

Per Piattelli l’algoritmo impiegato per la definizione dei prezzi per il FerX è un altro fattore di incertezza.

“Gli algoritmi utilizzati per la definizione dei prezzi delle aste è di una complicazione tutta italiana. Sarebbe invece opportuno qualcosa di più semplice”. “Avrei – ha proseguito – dato priorità a dei meccanismi più semplici di prenotazione: a fronte di un GW di istanze metto in asta 500 MW. Avremmo così avuto una competizione certa. Così si segue il settore e le autorizzazioni, avendo la percezione continua di chi vuole partecipare generando un mercato competitivo”.

Secondo Piattelli l’algoritmo adottato, invece, privilegia la spesa. Se ci sono più aziende che partecipano, il prezzo si abbassa e con minore competizione si realizzano meno impianti sul lungo periodo.

Con riguardo allo studio Elemens secondo cui i GW di progetti che potrebbero partecipare al FerX sono oltre 10, Piattelli ha detto: “è chiaro che le prime aste registreranno una certa competizione, ma non c’è sicurezza sul dopo”.

Background e quadro normativo

Annunciare delle norme, fornendo anche dettagli, per poi ritardarne l’uscita ignorando anche i tempi previsti nel recepimento della RED II è un’abitudine tristemente frequente in Italia, ha specificato Piattelli.

“Questo – ha proseguito – crea un enorme problema perché l’attesa rallenta il mercato o, nel peggiore degli scenari, può fermarlo. Sta succedendo con il FerX ma anche per Industria 5.0. Si ricordi la flessione del settore industriale per quanto riguarda la spinta di investimento in rinnovabili per autoconsumo. Per il FerX dai primi mesi del 2024 sono circolati testi con elementi di dettaglio. Sembrava che tutto potesse partire a dicembre di questo anno, con le prime aste nell’arco di qualche mese, e invece scopriamo che c’è da aspettare altri sei mesi”.

Il FerX ha dato certezza anche agli impianti autorizzati su aree agricole di poter rientrare nel meccanismo incentivante. Un elemento di novità rispetto al Fer1.

“Tutti gli operatori che hanno degli impianti autorizzati nelle Isole e nelle Regioni del Sud Italia, molto soggette a oscillazioni di prezzo nelle ore fotovoltaiche, costituiscono la maggior parte dei progetti da avviare e sono anche quelli più interessati al meccanismo. Il messaggio che sta circolando ora è quello di una congestione nel Sud Italia e nelle Isole e che bisogna spostare gli sviluppi al Nord”, ha concluso Piattelli.

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