Accumuli, Anie: 1.591 MW di potenza aggiunta nei primi 9 mesi, forte crescita dell’utility scale

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L’effetto generato dal superbonus sulle BESS può dirsi ormai concluso. Lo dice l’Osservatorio sistemi di accumulo di Anie, spiegando che l’aumento dei sistemi di accumulo è dovuto ai grandi impianti.

“Confrontando i dati dei primi 9 mesi del 2024 con il medesimo periodo del 2023 emerge l’ulteriore rallentamento del segmento residenziale, in frenata per numero di installazioni (-25%), potenza (-31%) e capacità (-29%)”, dice l’associazione di Confindustria.

Mentre è in flessione anche il segmento commerciale/industriale per numero di installazioni (-18%), potenza (-29%) e capacità (-11%), è appunto il segmento utility scale a crescere e trainare l’aumento del settore.

“Il segmento utility scale cresce per numero di installazioni (+133%), potenza (+532%) e capacità (+2877%) a causa in particolare dell’entrata in esercizio di impianti merchant ed impianti aggiudicatisi le aste del capacity market”, ha scritto Anie.

Al 30 settembre 2024 risultano installati 692.386 Sistemi di Accumulo (SdA), per una potenza complessiva di 5.034 MW e una capacità massima di 11.388 MWh. La quasi totalità (92%) dei SdA è di taglia inferiore ai 20 kWh. Il 99,9% dei SdA risulta abbinato ad un impianto fotovoltaico, di cui il 99,1% di taglia residenziale.

Nel periodo gennaio-settembre 2024 sono state installate 168.550 unità di stoccaggio per una potenza di 1.591 MW e una capacità di 4.387 MWh.

“La Lombardia è la regione con il maggior numero di sistemi installati (122.139 SdA per una potenza di 771 MW e una capacità di 1.538 MWh), seguita dal Veneto (85.527 SdA per 545 MW e 1.203 MWh) e dall’Emilia-Romagna (65.048 SdA per 531 MW e 1.330 MWh”).

Complessità normative

L’associazione rileva che non mancano le complessità normative.

“Il mercato è in fibrillazione in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legislativo relativo ai procedimenti amministrativi (il cosiddetto Testo Unico delle FER). Il documento, depositato presso le Commissioni parlamentari, non chiarisce in modo univoco quale sia l’iter autorizzativo che occorre intraprendere per le differenti configurazioni dei sistemi di accumulo, diversamente dal quadro normativo attualmente in vigore, né tantomeno chiarisce come verrà gestito il transitorio e la portata retroattiva delle nuove norme”.

Anie ha poi scritto che il GME ha pubblicato la consultazione n. 2/2024 relativa al mercato di time shifting suddiviso in primario e secondario, “ma purtroppo mancano ancora le DTF (Disposizioni Tecniche di Funzionamento), che definiscono i dettagli di come questo mercato dovrà funzionare. Il GME ha previsto due mercati di time shifting, quello per gli stoccaggi MACSE e quello per gli stoccaggi non MACSE”.

Le proposte di Anie

Anie ha chiesto al GME una disclosure delle informazioni di mercato più dettagliata di quella prospettata dall’ente nel documento di consultazione, “adottando un grado di trasparenza delle informazioni di mercato analoga a quanto avviene nei mercati dell’energia e non in forma anonima e aggregata”.

Anie Rinnovabili ha poi presentato emendamenti per fare chiarezza sul periodo transitorio per alcune norme del Testo Unico FER.

“Anie Rinnovabili ha presentato emendamenti volti a stabilire che le modifiche introdotte si applicheranno solo ai progetti presentati successivamente all’entrata in vigore della legge e non agli iter autorizzativi pendenti. Ha poi evidenziato le criticità di eventuali conflitti di competenza tra amministrazioni qualora, a seguito delle modifiche apportate, l’iter pendente debba proseguire presso un’amministrazione diversa da quella che era titolare del procedimento autorizzativo ai sensi della normativa previgente. Ha infine sottolineato la necessità di tener conto del fatto che Regioni e Province Autonome avranno bisogno di tempo per armonizzare la propria legge a quella nazionale”.

Anie auspica che sia lasciata facoltà al proponente se procedere secondo la legislazione previgente o se adottare il nuovo dettato legislativo qualora Regioni e Province Autonome non legiferino prima dei 6 mesi. “Senza questi opportuni interventi si rischia di creare caos tra operatori di mercato e pubblica amministrazione”.

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