La Regione Friuli Venezia Giulia si trova al centro di un dibattito politico a causa del mancato rispetto dei termini previsti per l’emanazione di una legge volta a individuare le aree non idonee.
La questione è stata sollevata dalla consigliera regionale Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle, attraverso una nota ufficiale: “La Regione Friuli Venezia Giulia avrebbe dovuto, entro 180 giorni dal 2 luglio scorso, quindi il 29 dicembre 2024, emanare una legge con la quale individuare le aree non idonee per la collocazione di impianti fotovoltaici. Tuttavia, a oggi, il disegno di legge approvato dalla sola Giunta lo scorso 13 dicembre non è ancora stato consegnato al Consiglio regionale”.
“I termini sono ormai scaduti. Se solo lo Stato volesse, potrebbe già attivare i poteri sostitutivi davanti all’inerzia della Regione”, ha dichiarato Capozzi. La consigliera ha evidenziato che, anche qualora la legge fosse approvata nei termini previsti, non sarebbe stata immediatamente efficace. Infatti, come per le due leggi precedenti sullo stesso tema negli ultimi tre anni, la sua applicazione sarebbe subordinata all’approvazione di una successiva delibera.
Capozzi ha spiegato che la nuova norma prevede un ulteriore lasso di tempo di dodici mesi per consentire alla Giunta di individuare la cartografia delle aree non idonee. Una volta completata, questa delibera dovrà passare per la Commissione consiliare e sarà pubblicata sul sito della Regione per una consultazione pubblica di trenta giorni, durante la quale cittadini e portatori di interesse potranno inviare osservazioni. Solo dopo questo iter la delibera tornerà davanti all’Esecutivo per il recepimento delle eventuali segnalazioni.
“La nuova norma stabilisce che nulla cambi fino all’approvazione di un’altra delibera. Alla Giunta si concedono altri dodici mesi di tempo per individuare la cartografia delle aree non idonee, sperando che non servano tutti e dodici. Dopo un passaggio in sede di Commissione consiliare, la delibera rimarrà sul sito della Regione per una trentina di giorni per essere oggetto di eventuali osservazioni: solo allora tornerà davanti all’Esecutivo per il recepimento di quanto segnalato da cittadini e portatori di interesse. Finito l’iter, le aree non idonee avranno piena efficacia sugli impianti da realizzare, ma non su quelli già richiesti o che verranno richiesti nel frattempo”.
I nuovi requisiti per gli impianti che necessitano di una Valutazione di impatto ambientale (VIA), come l’accumulo con gli altri parchi della zona, entreranno in vigore solo a iter concluso.
Un ulteriore elemento di complessità è rappresentato dal possibile intervento del Governo. Secondo Capozzi, la norma rischia di essere oggetto di impugnazioni governative, con conseguenti ulteriori ritardi nell’applicazione delle regole e maggiore margine per l’inoltro di nuove domande.
Nel frattempo, le domande per nuovi impianti fotovoltaici continuano a essere presentate. “Durante il periodo natalizio, sono state inoltrate richieste per due nuovi parchi agrivoltaici: un impianto da 40 MW a Pradamano e uno da 80 MW tra San Quirino e Montereale Valcellina”.
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