La CNA del Veneto chiede credito di imposta al 50% per installare fotovoltaico sui capannoni industriali

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Nell’ambito del RepowerEU, la CNA del Veneto ha di recente proposto alla cabina di regia di Palazzo Chigi di incentivare l’installazione di piccoli impianti fotovoltaici, da 12 a 200 KW, sfruttando le coperture dei capannoni delle piccole imprese.

La proposta ha l’obiettivo di sviluppare un parco fotovoltaico diffuso sfruttando l’edilizia industriale di capannoni e laboratori industriali, rispettando le scadenze del PNRR e guadagnando terreno rispetto all’obiettivo dei 7-8 GW di nuova potenza da rinnovabili su base annua.

Il potenziale immobiliare industriale di cui parla la CNA è in gran parte detenuto da PMI e ammonta a più di 92.000 capannoni industriali, di cui 32.000 a Padova e Treviso, sparsi in 5.679 aree produttive per un totale di 41.300 ettari di terreno. Inoltre, molte di queste strutture, quasi 11.000 pari al 12% del totale sono dismesse e inutilizzate.

La CNA chiede anche un credito di imposta fino al 50%. “Utilizzare le coperture dei capannoni in attività e dei fabbricati produttivi in uso alle aziende non comporta impatto ambientale né ulteriore consumo di suolo. Certamente sono necessari incentivi: già un credito di imposta fino al 50%, eventualmente da modulare sulla dimensione dell’impianto, potrebbe dare una buona spinta iniziale per proseguire su una strada già intrapresa da molte piccole imprese. Ma servono progetti e incentivi di lunga durata”, ha dichiarato Moreno De Col, Presidente della CNA

L’associazione ha spiegato che le piccole imprese potrebbero così beneficiare di una riduzione strutturale del costo dell’energia fino al 60%, migliorando la competitività e consentendo al Paese di accelerare il raggiungimento degli obiettivi sulla transizione energetica e  rendendo artigiani e piccole imprese, protagonisti dell’epocale trasformazione.

Per capire l’eventuale risposta delle PMI ad un eventuale credito di imposta come incentivo per installare fotovoltaico, abbiamo chiesto il parere di qualche azienda veneta. Al momento pare sembra esserci interesse, ma nessuna ha voluto esprimersi ufficialmente in merito.

Per fare chiarezza sulla fattibilità tecnica di quanto richiesto dalla CNA del Veneto pv magazine ha intervistato l’Ing. Fabio Bartolini di Project One Studio STP Soc. Coop.

pv magazine: Qual è il suo parere tecnico sulla proposta della CNA del Veneto?
Sono sicuramente favorevole alla proposta della CNA non solo per l’aspetto green dell’iniziativa, ma anche per una tematica legata all’epurazione delle coperture in amianto che già beneficiano di bonus INAL. Se abbinati a un incentivo più cospicuo per i fotovoltaici, si potrebbero dimezzare spese ed oneri burocratici, di cantierizzazione e di installazione di dispositivi di protezione collettiva previsti in ogni caso dal D.Lgs. 81/08. In proiezione futura è indispensabile aumentare la produzione energetica: bisogna ricordare che stiamo vivendo sia una transizione all’industria 4.0 e un’ascesa dell’elettrico nell’industria automobilistica che richiederanno un approvvigionamento di energia esponenziale rispetto all’attuale.

È possibile sempre e comunque installare un impianto fotovoltaico sul tetto di un capannone industriale?
È possibile previa compatibilità con gli strumenti urbanistici locali, che possono prevedere vincoli in caso di manufatti industriali tutelati per valore storico/artistico, ma anche dettati da zonizzazioni tutelate dal DLgs. 42/2004. Tuttavia, il fattore più importante da tenere in considerazione è legato alla verifica strutturale di sicurezza dell’intervento. Il fine è prevenire una cattiva realizzazione dal punto di vista dell’aggancio e un indebolimento della struttura causato da eventuali lesioni che vengono a crearsi installando connettori e telai di supporto alle unità fotovoltaiche. Ovviamente questa tematica è regolamentata dalla Normativa Tecnica per le Costruzioni D.M. 2018 e C.S.LL.PP. 2019, nonché da diverse Leggi e pareri dei Comitati Tecnico Scientifici di ciascuna Regione che recepiscono e personalizzano con ulteriori limitazioni l’applicazione delle regole alla base della progettazione e delle valutazioni di sicurezza strutturali.

Quali caratteristiche deve avere il capannone e che tipo di analisi si devono fare?
Innanzitutto, il manufatto edilizio deve essere in condizione regolare sotto il profilo edilizio, urbanistico e strutturale, non deve avere abusi e deve avere il telaio strutturarle integro e privo di segni di cedimento causati dalla vecchiaia. Verificate queste condizioni, il progettista provvederà alla presentazione delle opportune richieste presso il Comune, tutte normate dal Testo Unico per l’Edilizia D.P.R. 380/08, ma comunque personalizzate da altre Leggi e Norme diverse di Regione in Regione e in alcuni casi di Comune in Comune.

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