Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) ha rilasciato giudizio negativo sulla compatibilità ambientale del progetto di un impianto fotovoltaico da 111,2 MW, con annesso impianto di produzione di idrogeno verde, nel Comune di Portoscuso (SU), in Sardegna.
Il progetto è stato presentato dalla società Myt Sardinia 2 S.r.l., controllata del gruppo greco Metlen Energy & Metals. L’impianto sarebbe dovuto sorgere in area industriale e in sito di interesse nazionale (SIN) su una superficie di 213 ettari di cui 139 si prevedeva di utilizzarli per l’installazione dei pannelli fotovoltaici.
La Commissione Tecnica Pnrr-Pniec e la Soprintendenza speciale per il Pnrr del Ministero della Cultura (MIC) avevano espresso parere negativo rispettivamente ad agosto e ottobre 2024. Nel decreto si legge che a novembre, successivamente all’espressione dei due pareri, la società ha trasmesso documentazione integrativa volontaria “limitata ad aspetti progettuali di dettaglio, che non rilevano in merito alle carenze e criticità relative agli impatti ambientali appurate nei citati pareri”.
La Soprintendenza del MIC ha provveduto a esaminare l’ulteriore documentazione integrativa volontaria evidenziando che “non elimina gli elementi di criticità già presenti, oltre alla non conforme ubicazione dell’impianto per la produzione di idrogeno verde ricadente all’interno della fascia di rispetto di 500 metri dal bene culturale con vincolo dichiarato denominato ‘Resti dei circoli megalitici di Imperacarta'”.
“L’estensione delle aree occupate, l’interferenza con i beni paesaggistici, la non conformità con la disciplina del Piano paesaggistico regionale (PPR) e l’impatto derivante dall’effetto cumulo con gli impianti da fonti energetiche rinnovabili (FER) già presenti e con le numerose simili iniziative al momento in iter autorizzatorio, anche in considerazione della qualità dell’area prescelta, al momento in stato naturale in un ambito paesaggistico già depauperato dalla presenza degli insediamenti industriali e produttivi, concorrono a rendere la presente proposta non sostenibile paesaggisticamente”, si legge nel documento emesso dal MIC.
Il MIC specifica infine che il parere sarebbe stato “diverso” su una soluzione progettuale che avesse contemplato “l’esame di soluzioni alternative localizzative e dimensionali e che avesse individuato, tra più soluzioni, quella che presentava il miglior rapporto fra costi e benefici per la collettività”.
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