Uno degli aspetti che sta emergendo nella gestione degli impianti agrivoltaici, come specificato anche dal Testo Unico, è l’attenzione alla biodiversità. La perdita di biodiversità, che include la diminuzione delle specie, delle varietà genetiche e degli ecosistemi terrestri, è riconosciuta come una delle sfide ambientali più urgenti per l’umanità. Il tasso di biodiversità sta diminuendo da 100 a 1000 volte più velocemente rispetto al ritmo “naturale” previsto. In particolare:
- Ogni giorno scompaiono 50 specie viventi;
- Il 43% delle specie floreali è a rischio estinzione;
- Il 55% di impollinatori in Europa è a rischio;
- L’80% degli habitat risultano in cattivo stato;
- L’80% degli insetti volanti è scomparso in Europa negli ultimi 30 anni.
Gli impianti di energia rinnovabile sono stati recentemente classificati dalla Global Reporting Initiative (GRI) tra i primi dieci settori a rischio per la biodiversità. Nonostante questo l’agrivoltaico, che combina agricoltura e produzione energetica, emerge come un potenziale attore chiave nella lotta alla perdita di biodiversità.
Prendiamo ad esempio il tema delle api, sempre più spesso introdotte all’interno degli impianti agrivoltaici. Negli ultimi cinque anni l’apicoltura ha visto un drastico calo sia nella produzione che nel numero di apicoltori, con circa 20.000 professionisti e 55.000 hobbisti rimasti, la produzione di miele italiano è scesa a 22.000 tonnellate, mentre quella importata si attesta a 24.000 tonnellate.
Oggi intraprendere la professione di apicoltore è sempre più difficile e meno conveniente. È essenziale rivoluzionare il modello produttivo, altrimenti l’apicoltura non potrà far fronte a nuovi scenari. Eventi climatici estremi come piogge, alluvioni, carenze idriche e siccità hanno ridotto drasticamente la produttività degli alveari negli ultimi anni, dimezzando la produzione nazionale di miele. La valutazione del potenziale mellifero in un’area rappresenta un elemento necessario per pianificare un’attività apistica anche all’interno di impianto agrivoltaico.
È molto importante fronteggiare le minacce esterne in anticipo, attraverso sistemi avanzati di monitoraggio. Questi attacchi possono essere estremamente nocivi per l’alveare e, di conseguenza, per la produzione. Un esempio: l’acaro Tropilaelaps, che attualmente è presente in Europa ma non ancora in Italia.
Inoltre, un problema spesso trascurato dai consumatori ma ben noto agli operatori del settore è la mancanza di sistemi di analisi efficaci per identificare il miele adulterato e le frodi. Questo fenomeno ha un forte impatto sul costo finale del miele, in particolare su quello “Made in Italy” di alta qualità.
Per risolvere questa problematica, si dovrebbero condividere le banche dati tra i laboratori, adottando protocolli uniformi e effettuando controlli mirati contro chi commercializza prodotti come “miele non miele”, “succedanei del miele” o “fruttosio venduto come miele”.
In questo contesto, un ambiente agrivoltaico, che tende a limitare l’uso di sostanze chimiche e che ha logiche commerciali diverse da quelle della grande distribuzione, può rappresentare una forte spinta non solo per produzione di un prodotto di qualità ma anche per la rinascita e lo sviluppo di nuovi apicoltori professionisti nel settore.
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