Prima asta Macse slitterà a settembre 2025, dice Terna

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L’Italia sta cercando di evitare gli errori commessi dalla Gran Bretagna per sostenere gli accumuli, sia in ottica integrazione rinnovabili (Macse) che al fine di stabilizzare la rete (Capacity Market).

Per quanto riguarda la prima asta del Macse, Terna riporta di aver mandato al ministero la sua proposta per il contingente e che il ministero dovrebbe approvarlo a giorni.

“La prima asta per l’anno di consegna 2028 non è quindi più pensabile a luglio, si parlerà di settembre con una consultazione a luglio”, ha detto Luca Marchisio, head of system strategy di Terna, durante la seconda giornata della conferenza Renpower in corso a Milano.

Marchisio sottolinea comunque che il ritardo non è necessariamente un male, perché più passano i mesi e più aumentano le probabilità che l’asta sia competitiva.

“I volumi autorizzati devono essere maggiori dei contingenti”, ha spiegato l’head of system strategy di Terna.

Secondo il dirigente di Terna, il futuro del mercato BESS italiano sarà più competitivo.

“Sta iniziando la fase 2 per le batterie in Italia: si compete per stare dentro. Dall’asta Capacity Market 2028 ci aspettiamo un’eccesso di capacità e quindi un aumento sostanziale della competizione. A questo punto, nel medio-lungo termine, l’opzione ibrida regolato-merchant sarà sempre meno rilevante”, ha detto Marchisio.

Marchisio ha sottolineato che il sistema Italia ha installato 10 GWh di BESS negli ultimi anni, per lo più di piccola taglia. Ora però stanno entrando in funzione le batterie di grande taglia.

“Oltre ai 1000 MW già entrati in funzione, abbiamo circa 2000 MW che entreranno in esercizio nei prossimi mesi, progetti BESS che si sono aggiudicati il Capacity Market 2025 e 2026”, ha spiegato Marchisio.

Terna ha registrato 300 GW di richieste di connessione.

“Potrebbero soddisfare l’interno fabbisogno accumuli del continente europeo al 2030”, ha detto Marchisio, parlano poi del rapporto energia-potenza.

Dato che il Macse è finalizzato all’integrazione del fotovoltaico, il rapporto energia-potenza ottimale, soprattutto nel lungo termine, è 8.

“Quattro e due sono uno spreco”, ha detto Marchisio. “Per i prossimi anni, non ci dispiace un rapporto di energia-potenza più basso, perché abbiamo la possibilità di disporre di maggiore potenza per gestire altre tipologie di servizi”.

Pietro Peterlana, sales manager Jinko ESS, ha confermato il trend, spiegando come i diversi schemi di supporto abbiano anche diverse esigenze.

“Confermiamo il fortissimo interesse dal mercato italiano. In generale si richiedono soluzioni intermedie di 4-6 ore: 4 ore per il Capacity Market, soprattutto al nord; dalle 6 alle 8 per il Macse”, ha detto Peterlana, sottolineando come l’Italia si stia distinguendo per un approccio regolato.

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