La stabilizzazione in corso di Fimer dovrebbe permettere all’azienda di inverter italiana di recuperare il gap tecnologico in circa 12 mesi, con un focus iniziale su residenziale e C&I, per poi puntare sull’utility scale a partire da metà 2026. Lo dice Fimer a pv magazine Italia.
“Il piano industriale prevede un investimento iniziale di 50 milioni, con lo stabilizzazione del management e, in particolare modo, l’utilizzo dell’attuale management che, durante l’amministrazione straordinaria dell’ultimo anno, ha proceduto con una pesante ristrutturazione dell’azienda”, ha spiegato Antonio Verdi, chief operating officer.
Nella ristrutturazione McLaren Applied ha acquisito l’ex stabilimento PowerOne in Toscana, quello in India che produce inverter centralizzarti e la rete di supporto vendita “negli Stati Uniti, in Australia, Turchia, Singapore e Taiwan”.
Per ora, spiega Verdi, lo stabilimento di Bracciolini (Arezzo) continuerà a produrre gli inverter di stringa, mentre lo stabilimento di Vimercate non è stato parte della vendita, ed è quindi stato chiuso.
“Abbiamo ripreso la produzione su tutte le linee, questo significa linee di vecchi e vecchissimi prodotti utilizzati per il revamping”.
L’azienda ha una nuova ragione sociale. In Italia è MA Solar Italy.
“L’idea è di mantenere il business solare come principale. L’altro pilastro è di puntare sulla cooperazione ingegneristica con McLaren Applied, società con più di 600 ingegneri, per sviluppare nuovi prodotti, sia inverter di stringa che centralizzati”, ha detto Verdi a pv magazine Italia.
L’obiettivo di Fimer è quello di coordinarsi con altri produttori europei e, pur mantenendo il libero mercato, sottolineare l’indipendenza della progettazione e della supply chain degli inverter.
“Abbiamo alcuni contatti, ma forse qui dovremmo essere più uniti per poter ottenere risultati”, ha detto Verdi, sottolineando il ruolo delle associazioni di categorie. “Dovremmo procedere velocemente, agganciandoci a strumenti con Transizione 5.0.”
Fimer non ha proceduto con attività di lobbying e con attività di coordinamento per la creazione di un ecosistema politico finalizzato a passare incentivi come quelli previsti per i produttori di pannelli europei. Questo viste le difficoltà economiche.
Al momento non fa parte di associazioni di categoria, ma sta considerando di associarsi a Anie Rinnovabili, Italia Solare e Solar Power Europe.
Questa sarà una priorità nei prossimi mesi, anche perché è sempre più chiara l’importanza della sicurezza informatica.
“Gli aspetti geopolitici e la cybersecurity potrebbero essere ancora più importanti nel futuro. Il controllo della produzione di energia è fondamentale per la competitività dell’industria europea. Il prezzo dell’energia in Europa è tre volte quello in Cina. Un controllo italiano ed europeo può rendere la transizione energetica più sostenibile. Il nostro obiettivo è rimanere in Europa”.
In termini di mercati per la vendita, l’obiettivo di Fimer è ripartire dall’Italia, per poi andare in progressione nei mercati dove la società era presente, come Francia, Germania e Benelux, ma anche Gran Bretagna.
“Per la Gran Bretagna vogliamo offrire sia gli inverter centrali, di stringa e quelli utility. In questo campo siamo in ritardo, ma la nostra roadmap prevede appunto nuovi lanci in questo campo”, ha aggiunto Verdi.
Fimer ha già iniziato sviluppi che miravano a colmare il gap tecnologico.
“Ci siamo fermati a causa della situazione aziendale, ma siamo ripartiti. Plausibile che entro metà 2026 riusciremo a offrire una gamma di prodotto completa che va dal residenziale all’utility: applicazioni fino a 1500 volt, 350 kW”, Giovanni Manchia, chief technical officer di Fimer, ha detto a pv magazine Italia.
La motivazione della scelta di focalizzarsi negli ultimi anni sul residenziale e C&I è anche legata all’approccio di EPC e utility. Queste aziende guardando anche alla stabilità finanziaria del fornitore.
“Adesso abbiamo lanciato l’inverter monofase da 2 a 6 kW e la batteria da 5 kWh. Abbiamo anche pronta la versione trifase da 4 a 10 kW e la batteria da 5 kWh. Stiamo attendendo le certificazioni da un ente terzo che dovrebbero essere pronte entro fine maggio. L’altro obiettivo è di avere per inizio luglio il nuovo prodotto C&I che va da 75 a 100-125 kW battery-ready, con sistema di accumulo da 100 kWh, espandibile e modulabile a 215 kWh. Questi sono usciti quest’anno”, ha spiegato Fimer durante KEY, l’evento fieristico di Rimini.
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