Il consiglio regionale dell’Abruzzo ha approvato venerdì 14 il progetto di legge di iniziativa della Giunta regionale che individua le aree idonee e non idonee all’installazione di impianti di produzione da fonti energetiche rinnovabili.
Il testo è stato approvato coi voti della maggioranza e l’astensione dell’opposizione convertendo con qualche modifica la proposta di legge n. 45/2024 avanzata dalla giunta a inizio dicembre scorso.
Aree idonee
La legge regionale individua come aree idonee:
- siti dove già insistono impianti della stessa fonte per interventi di repowering o integrale ricostruzione che non comportino una variazione dell’area occupata superiore al 20%;
- aree dei siti oggetto di bonifica individuate dalle norme in materia ambientale;
- cave e miniere ripristinate;
- cave e miniere cessate, non recuperate o abbandonate oppure in condizioni di degrado ambientale e porzioni di cave e miniere non suscettibili di ulteriore sfruttamento;
- siti e impianti nella disponibilità delle società del gruppo Ferrovie dello Stato, delle società concessionarie autostradali e delle società di gestione aeroportuale all’interno dei sedimi aeroportuali;
- coperture di fabbricati rurali, di edifici a uso produttivo e residenziali;
- aree adiacenti le centrali di trasformazione delle linee elettriche della rete di trasmissione nazionale.
Per i soli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra:
- zone classificate agricole dai piani urbanistici vigenti che non rientrino tra le aree non idonee;
- cave già oggetto di ripristino ambientale e con piano di coltivazione terminato ancora non ripristinate;
- discariche o lotti di discarica chiusi ovvero ripristinati.
Nei casi appena citati resta fermo in capo al titolare dell’impianto fotovoltaico l’obbligo di ripristino, che può essere assolto con modalità e piani di ripristino differenti da quelli originariamente previsti, previo parere favorevole da parte dell’autorità competente.
In assenza di vincoli ed esclusivamente per gli impianti fotovoltaici e di biometano, sono idonee anche le aree interne agli impianti industriali e agli stabilimenti, le aree agricole entro 300 metri dal ciglio della strada, dai raccordi autostradali e superstrade.
Aree non idonee
Sono invece individuate come non idonee:
- aree ricomprese nel perimetro dei beni sottoposti a tutela;
- aree incluse nella Rete Natura 2000;
- aree naturali protette, aree protette regionali, aree definite “bosco”;
- aree agricole che hanno usufruito di contributi pubblici fino a che non siano decorsi i termini degli impegni assunti;
- aree agricole con colture permanenti quali vigneti, ad esclusione di quelli dedicati all’autoconsumo, frutteti, tartufaie e oliveti “questi ultimi con densità superiore a 100 piante per ettaro e una superficie superiore a 5mila metri quadrati”;
- tutta l’area del Fucino.
Gli obiettivi dell’Abruzzo
La Regione Abruzzo, in linea con quanto previsto dal DM Aree idonee, dovrà raggiungere i seguenti livelli di produzione annuale: 640 MW (2025); 860 MW (2026); 1.086 MW (2027); 1.350 MW (2028); 1.648 MW (2029); 2.092 MW (2030).
“È una norma equilibrata che apre alla crescita nella produzione delle energie rinnovabili, con particolare attenzione alla valorizzazione dell’autoconsumo”, ha commentato il presidente del consiglio regionale dell’Abruzzo, Lorenzo Sospiri.
“Sono state ascoltate tutte le categorie interessate – ha aggiunto – sia del mondo agricolo e industriale che dell’ambientalismo. Siamo la terza regione in Italia ad approvare questo tipo di norma con una grande attenzione alla tutela del paesaggio e dell’immenso patrimonio naturalistico della nostra regione”.
Dopo la Sardegna che è stata ampiamente la prima regione ad approvare la legge sulle aree idonee, la seconda è stata il Friuli-Venezia Giulia a fine febbraio.
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