Fondata nel 1854 a Varazze, Baglietto è uno dei cantieri navali più antichi d’Italia, oggi con sede a La Spezia. Il marchio è universalmente riconosciuto per la sua lunga tradizione nella progettazione e costruzione di yacht.
Dieci anni fa Baglietto avviava il progetto B-Zero, un’iniziativa che coniuga sistemi ibridi avanzati con la produzione e l’utilizzo dell’idrogeno a bordo, supportati da energia fotovoltaica. L’Ing. Fabio Ermetto, Chief Commercial Officer del cantiere spezzino, ha raccontato a pv magazine Italia l’evoluzione e l’implementazione effettiva di questa tecnologia.
Baglietto è stato tra i primi cantieri a ottenere la certificazione ibrida da parte di Lloyd’s Register con l’unità Vanadis. Da allora, ogni imbarcazione viene proposta con un’opzione di propulsione ibrida, che prevede tre fonti energetiche: motori diesel, generatori e batterie. Tuttavia, l’azienda ha deciso di spingersi oltre, individuando nell’idrogeno la soluzione più promettente.
“La tecnologia dell’idrogeno è oggi quella che riteniamo più sostenibile”, spiega Ermetto, “nonostante l’evoluzione delle alternative come ammoniaca o e-fuel. Per questo abbiamo deciso di integrarla nel nostro sistema ibrido, sviluppando un impianto dimostrativo direttamente nel cantiere”.
Il sistema B-Zero
La peculiarità del progetto B-Zero risiede nella produzione autonoma di idrogeno a bordo, rendendo la barca indipendente da una rete distributiva ancora scarsamente sviluppata. “Il sistema che abbiamo costruito si basa su componentistica completamente italiana e riproduce in scala 1:1 l’impianto che verrà installato sul primo yacht da 52–60 metri alimentato anche a idrogeno, la cui consegna è prevista entro il 2027-2028 sotto la supervisione del Rina”, spiega Ermetto.
Il processo prevede l’estrazione dell’idrogeno dall’acqua di mare tramite elettrolisi, alimentata da pannelli fotovoltaici installati a bordo. “Si tratta di un impianto di bassa potenza, progettato tenendo conto dei limiti di superficie disponibili su uno yacht, quindi non teorico ma completamente scalabile e ingegnerizzato per applicazioni reali. L’energia solare viene così impiegata per separare idrogeno e ossigeno, generando un flusso energetico chiuso e sostenibile”, precisa il CCO di Baglietto.
L’idrogeno viene poi stoccato in idruri metallici, consentendo di operare a pressioni molto più basse rispetto agli standard automotive, riducendo drasticamente il rischio connesso all’accumulo e alla gestione del gas a bordo. “L’idrogeno così stoccato”, prosegue Ermetto, “alimenta celle a combustibile (Fuel Cell) che trasformano il vettore in energia elettrica, successivamente immagazzinata in batterie agli ioni di litio per l’alimentazione dei servizi di bordo o per la navigazione in modalità full-electric.
Verso un utilizzo operativo misto
Come sottolineato da Ermetto, la tecnologia attuale non consente ancora una propulsione esclusivamente a idrogeno per yacht di queste dimensioni, soprattutto in termini di potenza disponibile. Tuttavia, il sistema consente già oggi un impiego ibrido efficace: “Su un 52 metri stimiamo fino a 120 miglia nautiche in navigazione completamente elettrica, combinando l’energia stoccata e la produzione continua di idrogeno”.
Questa architettura permette di ottimizzare l’impiego della barca: durante le lunghe traversate si impiegano i motori tradizionali, mentre nei periodi di stazionamento in rada o nei porti, l’impianto produce idrogeno utilizzando l’energia solare. Inoltre, per i numerosi spostamenti brevi – tipici della crociera settimanale da baia a baia – è possibile utilizzare esclusivamente la propulsione elettrica.
Prove reali e prossimi sviluppi
Il sistema è già in funzione presso il cantiere di La Spezia e contribuisce attivamente all’alimentazione elettrica delle attività industriali. Parallelamente, Baglietto ha già consegnato diverse unità con propulsione ibrida, in grado di sostenere il “modality hotel” (cioè ormeggio con tutti i servizi di bordo attivi) fino a 12 ore grazie alle batterie installate.
L’evoluzione tecnologica continua a guidare Baglietto, che nel 2025 raggiungerà il traguardo record di sette consegne in un solo anno, con 20 barche in costruzione e una crescente domanda di unità full custom, soprattutto nella fascia 40–50 metri.
Il progetto B-Zero, con il suo impianto dimostrativo operativo e una roadmap chiara verso la prima applicazione su scala reale, rappresenta una sintesi virtuosa tra ricerca, sostenibilità e ingegneria applicata. Un modello che potrebbe tracciare il futuro della nautica ad alte prestazioni, con un occhio attento alle esigenze dell’ambiente e alle sfide energetiche globali.
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