Bryo ha investito 1 milione di euro per operazioni di revamping e repowering dell’impianto fotovoltaico galleggiante a Bubano (Imola), usando 1620 pannelli Longi da 585 Wp e installando inverter più efficienti di quelli usati nel 2011.
“La struttura galleggiante è stata completamente rinnovata con galleggianti di nuova generazione e profili in alluminio più leggeri, confrontandosi con gli stessi fornitori che avevano fornito le strutture galleggianti 14 anni fa, che nel frattempo hanno continuato a sviluppare e migliorare questa tipologia di installazioni”, ha detto Edoardo Pelliconi, ingegnere energetico di Bryo.
La società romagnola ha spiegato a pv magazine Italia di aver presentato una segnalazione certificata di inizio attività (Scia) al Comune di Mordano per i lavori sull’impianto nell’ex cava.
“Per la sola sezione di revamping di circa 500kWp di potenza si stima una produzione di energia pari a 553,497 MWh/anno, con un incremento di 110,700 MWh/anno, rispetto alla produzione iniziale di 444,979 MWh/anno. Inoltre, grazie allo spazio liberato sull’isola galleggiante, dovuto all’utilizzo di moduli aventi potenza più che raddoppiata rispetto ai precedenti, è stato possibile installare, a parità di area occupata, una nuova sezione di impianto da 447 kWp non incentivata (operazione di repowering), la quale porterà ad una produzione di ulteriori 510,982 MWh/anno”, aveva detto la società in un precedente comunicato stampa.
Il revamping ha modernizzato i moduli, gli inverter e le strutture galleggianti, senza comportare un aumento della potenza di picco dell’impianto, ma riducendone lo spazio. La società ha poi in parallelo realizzato una nuova sezione di impianto (repowering) mantenendo invariata l’iniziale superficie occupata dall’impianto del 2011.
“Chiaramente effettuare un intervento simultaneo di revamping e repowering permette di ottimizzare alcune spese non trascurabili, dalle pratiche autorizzative fino alla gestione operativa del cantiere”, ha detto Pelliconi.
Tempo di ritorno, CER
La società sottolinea che gli interventi sono stati facilitati dalla modularità della struttura, la quale permette di accorpare più isole galleggianti tra di loro al fine di ottenere la potenza desiderata, nel caso di un fabbisogno energetico maggiore.
“Il tempo di ritorno è molto influenzato dal prezzo dell’energia che è molto volatile. In media si stima dai 4 ai 7 anni per investimenti di questa tipologia”, ha detto la società.
L’impianto farà parte della CER Cooperativa del Circondario Imolese, aperta a tutti, PMI e cittadini. L’impianto permetterà di soddisfare le esigenze di circa 200 famiglie.
La storia dell’impianto e la rilevanza degli impianti galleggianti
“Allacciato alla rete il 12 febbraio 2011 e realizzato da Bryo, l’impianto fotovoltaico galleggiante di Bubano aveva una potenza totale pari a 496,80 kWp ed era stata all’epoca tra le prime esperienze a livello mondiale di fotovoltaico galleggiante”, ha detto il produttore di energia con sede a Imola, aggiungendo che l’impianto originale si era recentemente stabilizzato attorno a delle performance di circa 900 ore equivalenti annue, “indice molto al di sotto dei valori medi tipici di un impianto galleggiante moderno”.
Bryo sottolinea che gli impianti galleggianti permettono la valorizzazione delle superfici, poiché occupano un’area che altrimenti non verrebbe utilizzata, creando una possibile simbiosi con altri impianti già presenti in sito, come per esempio impianti idroelettrici o pompe di sollevamento meccaniche.
Gli impianti galleggianti consentono poi, sottolinea la società, “a seconda della percentuale di copertura del bacino, una significativa riduzione dell’evaporazione dell’acqua degli invasi/bacini utilizzati, per non parlare dell’aumento dell’efficienza dei moduli merito di una mitigazione della temperatura dei pannelli dovuto alla prossimità dell’acqua”.
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