Settimana scorsa, durante il Forum PA, il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Gilberto Pichetto ha parlato della necessità di velocizzare le installazioni nei prossimi sette-otto anni. pv magazine Italia ha chiesto un’opinione a quattro esperti. Dalle loro risposte si evince che gli ostacoli principali sono l’incertezza normativa e la mancanza di continuità per le detrazioni fiscali. Necessario anche il coinvolgimento del settore finanziario.
pv magazine Italia: “Pichetto ha detto che il nuovo Piano Nazionale Energia e Clima (PNIEC) prevederà 80 gigawatt di rinnovabili nei prossimi sette – otto anni. Quale il vostro punto di vista? Possibile? Verosimile? Quali le complessità?”
Michele Governatori, responsabile elettricità e gas di ECCO Climate: Uno studio di ECCO e partner esterni che renderemo pubblico il 12 giugno mostra che, per essere in linea con una pressoché totale decarbonizzazione del sistema elettrico nel 2035 e con obiettivi di sicurezza e ragionevole economicità, nel 2030 servono oltre 100 GW di nuova capacità da fonti rinnovabili, oltre che accumuli di varia natura e flessibilizzazione della domanda adeguati. Sulla fattibilità tecnologica non ci sono dubbi, ma l’incoerenza e l’incertezza delle politiche rischiano di rendere l’obiettivo – anche quello dichiarato dal ministro – inutilmente difficile da raggiungere, disperdendo risorse in investimenti sbagliati, come quelli sull’”Hub del gas”.
Alberto Pinori, presidente ANIE Rinnovabili: Il PNIEC, datato 2020, era ben noto anche prima delle dichiarazioni del Ministro. Con il recente rafforzamento delle politiche europee in materia di FER gli scenari elaborati da diversi shareholders stimano correttamente l’esigenza di nuova capacità FER intorno agli 80 GW entro il 2030. Malgrado ci sia ampio consenso su questi 80 GW, quello che non si riesce a comprendere è come pensa il Governo di installare questa nuova capacità, dato che attualmente:
- le detrazioni fiscali (50% e Superbonus) causa il blocco della cessione del credito sono in forte rallentamento con un calo stimato tra gli 1,2 e 0,7 GW
- non esiste nessun piano per promuovere la diffusione delle FER tra le PMI che stanno ancora soffrendo i prezzi decisamente più cari dell’energia
- le autorizzazioni per gli impianti per gli utility scale vanno a rilento per l’ottenimento dei pareri sia di valutazione ambientale che di costruzione ed esercizio degli impianti
- i provvedimenti attuativi tardano ad essere pubblicati; solo per citarne alcuni: comunità energetiche, il nuovo FER-1 per le tecnologie mature, aree idonee e burden sharing
- l’agrivoltaico sembra essere materia solo da PNRR, mentre molti progetti saranno sviluppati senza il supporto dei suoi fondi
Nel 2023 si stima un nuovo installato fotovoltaico inferiore al 2022 e, se non si interverrà rapidamente perché serve programmazione, nel 2024 il risultato sarà ancor peggiore del 2023. L’associazione ANIE Rinnovabili collabora con i ministeri cui vengono rappresentate idee e proposte; se si vuole provare a discuterle insieme l’Associazione è a disposizione del Governo.
Paolo Rocco Viscontini, presidente Italia Solare: Bene, ma fattibile se e solo se esce il Decreto aree idonee, si autorizzano più velocemente gli impianti e non si complica troppo il tema dell’agrofotovoltaico. A tale proposito si dovrebbe consentire anche all’agrofotovoltaico di accedere alle gare del DM FER1. A nostro parere è anche necessario attivare garanzie statali a favore delle banche perché concedano finanziamenti per impianti fotovoltaici delle imprese e si definisca un piano pluriennale di detrazioni fiscali per impianti fotovoltaici residenziali per evitare stop and go, portando il 50% a 65% in caso di accumuli e aggiungendo ai 10 anni l’opzione dei 5 anni come periodo di detrazione.
Virginia Canazza, partner di MBS Consulting – Cerved: Lo sviluppo delle fonti rinnovabili, principale motore della decarbonizzazione, diventa la principale opzione per diversificare le forniture energetiche europee: raggiungere l’obiettivo FF55 2030 in Italia richiede l’installazione di quasi 8 GW (6 GW solari e 2 GW eolici) di nuova capacità rinnovabile all’anno. Nelle procedure autorizzative per le rinnovabili, nonostante le semplificazioni attuate, alcune persistenti inefficienze limitano ancora il potenziale di sviluppo mentre continuano a crescere le richieste per nuovi progetti. Il tempismo dello sviluppo della rete elettrica, oggetto di un ambizioso e innovativo piano di investimento da parte del gestore della rete, risulta fondamentale per l’integrazione delle rinnovabili in un sistema caratterizzato da forti congestioni e aree di rete nevralgiche per la sicurezza. La realizzazione degli investimenti per la transizione rinnovabile verso gli obiettivi 2030 implica il naturale coinvolgimento del settore finanziario: sono stimabili 68 miliardi di nuovi investimenti in nuova capacità rinnovabile, a cui si potranno sommare 34 miliardi per lo sviluppo dello storage e 21-30 miliardi per lo sviluppo della rete di trasmissione. Nello scenario Reference (update aprile 2023) elaborato in modo indipendente da MBS/REF-E, il prezzo dell’elettricità sarà essenzialmente guidato dalla progressiva normalizzazione dei prezzi delle materie prime entro i prossimi due anni, da un sistema ETS in cui la riforma appena attuata sostiene i prezzi della CO2 oltre i 100 €/t, e dagli effetti della accelerazione della penetrazione delle rinnovabili nel medio-lungo periodo. Secondo il nostro scenario reference il mercato può attrarre potenziali investimenti puramente merchant fino a coprire circa il 50% della domanda nel 2030: il pieno traguardo degli obiettivi di policy (oltre il 70% della domanda coperta da res) in condizioni di mercato necessiterebbe di inferiori costi di sviluppo dei progetti e di tempestivo sviluppo di infrastrutture di storage e di rete.
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