Nella prima parte dell’intervista Giulia Giordano, responsabile del programmi internazionali del think tank sul clima ECCO, ha spiegato l’interesse dell’Italia: interconnessioni elettriche nel Mediterraneo. In questa seconda parte, Giordano parla degli elettrodotti possibili e delle loro plausibili tempistiche.
pv magazine: In generale a che punto siamo con gli elettrodotti da Africa settentrionale a Europa? L’EuroAfrica Interconnector da Egitto a Grecia e Elmed dalla Tunisia all’Italia sono in costruzione. Quando ci possiamo aspettare novità a riguardo?
Giulia Giordano: Siamo ancora in fasi molto embrionali dei vari progetti e i tempi di realizzazione variano a seconda dello stadio raggiunto oltre che dalla complessità dei lavori. Nel caso del progetto dell’interconnessione Tunisia-Italia, a fine 2022 il ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha avviato il procedimento di autorizzazione. Il progetto rientra nel Piano di Sviluppo di Terna 2023, e tra i PCI, progetti infrastrutturali ritenuti di importanza strategica per l’Unione europea, che per questo ha annunciato che stanzierà circa 300 milioni, su un costo complessivo di circa 850 milioni. Realisticamente, non si può stimare un tempo inferiore ai 5 anni per la realizzazione dell’interconnessione una volta avviati i lavori.
Nel caso dell’Euro-Africa Interconnector che collegherà l’Egitto a Cipro e Grecia, si sono registrati vari ritardi e al momento è ancora necessario produrre una valutazione di fattibilità tecnica e finanziaria. Sono stati proposti anche altri progetti, come il collegamento diretto da Egitto alla penisola greca (Gregy) e il collegamento da Egitto all’isola di Creta. Queste iniziative rientrano tra le ambizioni dell’Egitto di diventare un hub energetico intercontinentale, al centro tra Africa, Europa e Medio Oriente. Anche in questo caso, essendo in fasi molto iniziali dobbiamo aspettarci tempistiche prolungate.
Nel caso invece dell’interconnessione EuroAsia (Israele-Cipro-Grecia) siamo ad uno stadio più evoluto, anche questo rientra tra i PCI dell’Ue. I lavori di costruzione della prima fase (connessione Cipro-Grecia) sono già partiti e ci si aspetta la chiusura entro il 2026.
pv magazine: EuropaGrid sta anche sviluppando connessioni tra Spagna, Marocco, Tunisia, Sicilia e Sardegna. Cosa ne pensate?
GG: Non conosco Europagrid e non saprei parlare nel dettaglio dei progetti in questione. Lo sviluppo di progetti di questo tipo richiede capitali enormi e la concessione da parte dei concessionari di rete. Sono tante le aziende private interessate a contribuire a progetti di tale portata, il che è significativo dell’interesse privato verso tecnologie pulite e svincolate da fonti fossili e verso le opportunità di mercato che generano.
pv magazine: L’Egitto sta progettando un interconnettore da 3.000 MW con l’Arabia Saudita. Quali sarebbero le conseguenze per il Mediterraneo? E per l’Italia?
GG: Si tratta del primo progetto di grande portata di interconnessione tra la rete elettrica africana e quella del Medio Oriente, i lavori sono cominciati e le stime parlano di una conclusione entro il 2026. Questo senza dubbio favorisce la transizione verso modelli di cooperazione energetica pulita e una integrazione sempre maggiore dei mercati elettrici. La regione MENA (Middle East North Africa) è una tra le regioni del pianeta meno integrate a livello politico, istituzionale ed economico, questo si traduce in elevata frammentazione e inefficienza. L’integrazione delle reti elettriche all’interno della regione potrebbe favorire processi di integrazione al di là dell’ambito energetico, incentivando la cooperazione e la creazione di istituzioni condivise. Inoltre, non solo garantirebbe maggiore sicurezza energetica intra-regionale ma anche una capacità di interazione e integrazione con l’Europa.
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