Dopo un inverno piuttosto arido, dovuto alla carenza di piogge, che faceva presagire un’estate altrettanto arida in tutta Europa e quindi un possibile aumento dei prezzi, in primavera le precipitazioni stagionali hanno normalizzato la situazione. Lo dice Renantis, nel suo report sull’andamento dei prezzi dell’energia del secondo trimestre 2023.
“Il livello di energia immagazzinata è superiore a 3.500 GWh, una piccola frazione del consumo mensile italiano, che potrebbe però consentire al Paese di non subire un trend rialzista nella prima parte dell’estate”, ha scritto la società, che sviluppa, progetta, costruisce e gestisce parchi eolici onshore e offshore, impianti solari e sistemi di accumulo.
Il future sull’energia relativo a luglio-settembre 2023 è passato da un massimo ad inizio anno di 220 €/MWh a quella attuale di 120 €/MWh. Questo per lo più perché il prezzo del gas ha raggiunto livelli pre-crisi a 33 €/MWh. Ma ora la stagione estiva, con l’aumento delle temperature e verosimilmente l’aumento del consumo elettrico per l’aria condizionata, è un primo banco di prova importante.
“A partire da questo mese (luglio 2023), in cui la temperatura potrebbe aumentare in modo sostanziale, sarà possibile testare la reale resilienza del sistema elettrico europeo nella prima vera estate senza afflusso di gas russo. Resta infatti da vedere se i prezzi del gas continueranno a oscillare intorno ai 30 €/MWh o se invece ci sarà un improvviso aumento che farà tornare i fantasmi dell’anno passato, riportando il prezzo al di sopra dei 100 €/MWh”.
Renantis sottolinea poi che le riserve attuali derivano per lo più dalle piogge primaverili. “Ciò significa che la maggior parte dell’acqua immagazzinata è liquida anziché neve, e questo potrebbe far diminuire le riserve molto più velocemente rispetto agli anni passati”.
Luca Prosdocimi, Head of Trading and Dispatching di Renantis, suggerisce che il mercato elettrico sta vivendo una fase interlocutoria e che, appunto l’estate in corsa, permetterà di capire se certi equilibri siano solidi. “I prezzi sono scesi rispetto ai massimi, ma rimangono comunque intorno ai 100 €/MWh, quindi al 50% sopra ai livelli a cui eravamo abituati. La prima estate senza effettivo afflusso di gas russo potrà dirci molto sul nuovo equilibrio basato sull’LNG [GNL]”.
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