Camillo Bucciarelli, ingegnere presso Trend Micro, ha installato un impianto domestico a Fara Filiorum Petri, in provincia di Chieti, durante l’estate del 2020. L’impianto installato a 250 metri sul livello del mare si compone di 18 pannelli da 350 W per un totale di 6.3 kWp con un’ottima esposizione sud-est, senza accumulo.
“Ho avuto delle difficoltà a trovare l’installatore, perché poche sono le aziende che possono installare. Sono andato sul sito di Maxeon e ho cercato i rivenditori certificati in Abruzzo. Così ho preso la decisione sull’installatore,” Bucciarelli ha detto a pv magazine Italia.
L’installazione ha richiesto 2 giorni di lavoro, l’attivazione da parte del gestore della rete ha impiegato circa 45 giorni.
“I risultati sono eccezionali, l’impianto produce per 9/10 mesi l’anno più corrente di quella che viene consumata e rimane poco sotto nei mesi invernali. La corrente non utilizzata viene ceduta alla rete e pagata direttamente dal Gestore Servizi Energetici (GSE) con il contratto di Scambio sul posto. Si tratta di un contratto molto vantaggioso sul quale non mi dilungo troppo visto che è destinato a terminare entro pochi mesi; al suo posto si passerà al contratto di Ritiro dedicato in cui anche il produttore domestico) viene rimborsato con il prezzo di mercato”, ha detto Bucciarelli.
Bucciarelli spiega che il calcolo del ritorno dell’investimento (ROI) non è immediato, anche perché una parte dei rimborsi GSE (le cosiddette eccedenze del contratto di scambio sul posto) è tassata. Il ritorno in tre anni varia tra 45% a 75% a seconda del metodo usato per calcolare il ROI.
L’ingegnere ha detto che entro una decina d’anni potrebbe dover cambiare l’inverter, mentre si aspetta che la perdita di capacità produttiva sia in linea con le garanzie offerte dal produttore: perdita del 15% in 25 anni.
L’ingegnere consiglia di domandarsi se la superficie sia adatta all’installazione (non via sia ombreggiatura) e se sia possibile modificare i consumi per concentrarli durante le ore più assolate. Consiglia anche di chiedere più preventivi e di richiedere uno strumento di monitoraggio della produzione e dei consumi.
“Dopo un po’ di studio dei componenti disponibili sul mercato e dei prezzi medi disponibili avevo idee molto chiare: ho fatto numerose richieste ottenendo tuttavia solo 3 preventivi, di cui uno completamente fuori mercato”, ha detto Bucciarelli.
L’ingegnere spiega che, nonostante l’aumento dei costi durante il Superbonus, la situazione si stia normalizzando e che, anche senza batterie, l’impianto garantisce un buon ritorno. Ora, con la fine del contratto di scambio sul posto, le valutazioni economiche cambieranno, rendendo più vantaggioso installare forme di stoccaggio.
Tre le decisioni che cambierebbe se fosse possibile tornare indietro col tempo: includere una batteria, optare per un inverter con funzionalità di backup e predisporre l’impianto per la ricarica di veicoli elettrici.
“Pensavo di chiedere il prossimo anno i preventivi per lo storage. Dalle mie stime, in base ai consumi familiari, ad un costo di 600 euro/kW ed incentivi del 50% si dovrebbe rientrare in una decina d’anni”, ha aggiunto Bucciarelli, spiegando poi che il fotovoltaico è un tassello di una strategia energetica familiare più ampia che include interventi di efficientemente energetico e un sistema ibrido per il riscaldamento a biomassa e solare termico. Per ora, Bucciarelli non ha ancora effettuato interventi di manutenzione.
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