Il Consiglio di Stato ha pubblicato settimana scorsa due sentenze su due ricorsi proposti dalla Provincia di Brindisi contro due società che non avevano ricevuto dalla provincia i provvedimenti unici regionali per la realizzazione di impianti fotovoltaici e che avevano poi impugnato gli atti dinanzi al TAR Puglia che aveva poi accolto il ricorso.
L’avvocato che ha seguito le due cause, Andrea Sticchi Damiani, spiega a pv magazine Italia che si tratta delle prime due sentenze e che altre seguiranno, ma che il trend è chiaro: non è possibile assimilare progetti agrivoltaici a progetti fotovoltaici.
“La giustizia amministrativa (TAR e Consiglio di Stato) ha colmato le ultime lacune per cui se si mette in fila norme e giurisprudenza, ormai il quadro per l’agrivoltaico è del tutto chiaro,” spiega Sticchi Damiani.
Il primo progetto, quello oggetto della sentenza pubblicata il 30 agosto, con una potenza di quasi 6 MW, è portato avanti da Columns Energy. Il secondo, sempre in provincia di Brindisi, ha una potenza pari a circa 110 MW.
Le due sentenze, spiega Sticchi Damiani, delineano un quadro normativo sostanzialmente diverso per l’agrivoltaico e il fotovoltaico tradizionale.
“I criteri che venivano usati in precedenza, come il consumo del territorio rispetto al normale fine agricolo, è un’obiezione che non si può più portare avanti. Non sono ettari sottratti alle aree agricole, anzi spesso si tratta di ex aree improduttive che tornano produttive.”
L’avvocato si aspetta che questo trend continui nei prossimi mesi e che la giustizia amministrativa confermi queste prime due sentenze.
“Una pluralità di cause vinte nei TAR regionali sono state oggetto di ricorso da parte degli enti locali. Ci saranno altre sentenze. Queste fanno da apripista”.
Le sentenze di cui parla Sticchi Damiani avranno a che fare con altri progetti che hanno seguito iter autorizzativi che precedevano le linee guida.
“Questa sentenza si pone su un iter autorizzativi che precede le linee guida. Ora ci sono tre tipologie di agrivoltaico nelle linee guida: l’agrivoltaico base non incentivato, quello con tecnologia più elevata che consente di avere accesso agli incentivi del GSE, uno ancora più avanzato che può dare accesso ai contributi a fondo perduto previsti dal PNRR. Questa sentenza va a incidere tutto quello che è stato portato avanti prima delle linee guida.”
L’avvocato sottolinea che l’ubicazione del progetto in aree idonee costituisce fattore fondamentale nelle decisioni del Consiglio di Stato. Il ruolo delle aree idonee è fondamentale perché di fatto contiene una valutazione positiva ex ante, che gli enti locali non possono mettere in discussione.
“Anche il ruolo dell’altezza è fondamentale anche se nel caso di specie il Consiglio di Stato ha affermato che non si tratta di un requisito indefettibile per la qualificazione di un impianto come agro-voltaico”.
La storia del progetto di Columns Energy e altri progetti agriPV
A gennaio 2022 la provincia di Brindisi non aveva autorizzato il rilascio del provvedimento autorizzattivo unico regionale per la realizzazione e l’esercizio dell’impianto.
Columns Energy ha impugnato gli atti dinanzi al TAR Puglia, chiedendone l’annullamento. Il giudice di primo grado aveva accolto il ricorso, sottolineando la differenza tra impianti agrivoltaici e quelli fotovoltaici. La Provincia di Brindisi ha poi chiesto la riforma della sentenza.
Nel caso di Columns Energy, il 95% del sito sarà interessato da attività agricole. In generale, l’avvocato si aspetta che i progetti agrivoltaici continuino ad avere una forte componente agricola.
“Altri progetti sono modulati diversamente, ma, nelle 70-80 iniziative agrivoltaiche che sto seguendo, non mi è mai successo che questa proporzione scendesse sotto il 70%”.
Nella sua sentenza relativa al caso di Columns Energy, il Consiglio di Stato sottolinea poi che “l’obiettivo assolutamente prioritario del PNIEC è quello del passaggio a forme di energie green”.
Il PNRR ha stanziato 2,6 miliardi per rinnovabili: 1,1 miliardi per l’agrivoltaico e 1,5 miliardi per impianti PV sui tetti agricoli.
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