La Commissione europea ha pubblicato mercoledì la relazione 2022 sulle attività di difesa commerciale dell’UE svolte per salvaguardare i produttori dell’UE dalle pratiche commerciali sleali e per garantire che i Paesi terzi applichino correttamente le norme di difesa commerciale.
Secondo la relazione, alla fine del 2022 erano in vigore circa 177 misure. Il maggior numero di misure di difesa commerciale dell’UE riguarda le importazioni dalla Cina, dalla Russia, dall’India, dalla Corea e dagli Stati Uniti; secondo la Commissione, le importazioni in dumping e sovvenzionate dalla Cina rimangono la sfida più grande che causa danni al settore manifatturiero europeo.
Secondo la relazione, le misure di difesa dell’UE hanno contribuito a proteggere quasi mezzo milione di posti di lavoro nel settore delle energie rinnovabili (come le torri eoliche e il vetro solare) e nel settore digitale (come i cavi in fibra ottica) europeo.
Inoltre, la Commissione ha aperto tre inchieste nel 2022 per esaminare le presunte azioni degli esportatori volte a eludere e compromettere l’efficacia dei dazi.
Delle 177 misure di difesa commerciale in vigore alla fine dello scorso anno, 151 erano antidumping, 25 antisovvenzioni e 1 di salvaguardia. Delle misure in vigore, 38 erano il risultato di inchieste antielusione.
Sono state aperte 5 nuove inchieste e 41 inchieste di riesame, rispetto alle 14 e alle 28 rispettivamente del 2021. La Commissione ha imposto 11 misure definitive nel 2022 rispetto alle 12 del 2021.
L’utilizzatore più frequente di strumenti di difesa commerciale contro le esportazioni dell’UE sono gli Stati Uniti, con 38 misure in vigore, seguiti da Cina e Turchia con 18 ciascuno, poi dal Brasile con 11 e da Canada e Indonesia con 9 misure in vigore.
Petizioni per la nuova legge industriale
A luglio, la Commissione per il commercio internazionale del Parlamento europeo ha chiesto che la futura legge europea sulle industrie a emissioni zero promuova partenariati con partner affidabili e garantisca una concorrenza leale, la reciprocità nell’accesso alle gare d’appalto pubbliche e la protezione contro le pratiche sleali dei Paesi terzi.
I deputati chiedono non solo di utilizzare gli strumenti di difesa commerciale quando necessario, ma anche di lavorare per “livellare il campo di gioco e combattere le pratiche sleali” e garantire la reciprocità da parte dei partner, in particolare negli appalti pubblici.
Ricordano che molti Paesi terzi chiudono i loro mercati delle gare d’appalto alla concorrenza internazionale o rendono difficile l’accesso alle imprese europee e invitano la Commissione europea ad attuare pienamente le disposizioni dello Strumento internazionale per gli appalti pubblici per ottenere una maggiore reciprocità.
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