L’Europa dipende in larga misura dalle importazioni di tecnologie pulite come il solare fotovoltaico o le batterie. “Gli eventi recenti dimostrano che sarebbe ingenuo dare per scontata la sicurezza dell’approvvigionamento di materie prime critiche, di materiali raffinati, di componenti o di prodotti finali clean-tech”, ha detto Agora Energiewende nel rapporto Ensuring resilience in Europe’s energy transition.
La transizione dell’Europa verso la neutralità climatica richiede un rapido aumento del solare fotovoltaico, dell’eolico onshore e offshore, delle batterie, delle pompe di calore e degli elettrolizzatori, dice Agora Energiewende. Sulla base di un’analisi di Roland Berger, il think tank tedesco raccomanda un pacchetto di misure per far crescere l’industria manifatturiera clean-tech dell’UE.
“Una maggiore resilienza deriverà dalla diversificazione delle forniture attraverso l’estrazione nazionale e i partenariati strategici internazionali, dal miglioramento della circolarità dei materiali e dall’aumento della produzione di tecnologie pulite in Europa”, si legge nel rapporto.
L’analisi propone quote minime di produzione di tecnologie pulite nell’UE “come assicurazione contro i rischi della catena di approvvigionamento”.
Le stime del fabbisogno di finanziamenti pubblici per portare l’industria manifatturiera dell’UE a questi livelli sono comprese tra 10-30 miliardi di euro fino al 2027 e 32,9-94,5 miliardi di euro dal 2028 al 2034.
“Gli obiettivi indicativi specifici per tecnologia fissati nella legge sull’industria Net Zero per le batterie, l’eolico e gli elettrolizzatori sono più elevati e richiederebbero maggiori finanziamenti pubblici”, ha aggiunto Agora Energiewende.
L’Europa ha bisogno ora di un approccio credibile per colmare il divario dei costi di produzione, raggiungere una scala critica e sviluppare reti di fornitura locali.
“Per garantire la competitività a lungo termine senza sostegno, i finanziamenti pubblici dedicati dovrebbero far parte di un pacchetto politico più ampio che comprenda l’accesso ai finanziamenti, la concorrenza sulla qualità (compresa la sostenibilità), una solida pipeline di domanda di tecnologie pulite e investimenti nell’innovazione”.
Secondo Agora Energiewende, i Paesi dell’UE dovrebbero cercare di attirare i principali fornitori di tecnologie pulite a stabilire la produzione in Europa. “Per ottenere una graduale riduzione del rischio delle attuali dipendenze dalla catena del valore, le offerte di sostegno dovrebbero tuttavia essere accompagnate da garanzie che assicurino un impegno duraturo delle aziende che decidono di stabilire la produzione in Europa”.
Il think tank tedesco nota poi che la proposta di riforma della Commissione europea porterebbe a un consolidamento fiscale meno aggressivo nei Paesi ad alto debito rispetto alle vecchie regole.
“Purtroppo, la proposta di riforma della Commissione non tutela a sufficienza gli investimenti pubblici, soprattutto quando si tratta di un aumento strutturale e permanente della spesa pubblica, come nei casi della politica industriale e della mitigazione dei cambiamenti climatici. Ad esempio, la riforma proposta richiederebbe all’Italia di raggiungere un avanzo primario del 2,8-3,2% del PIL entro il 2027, equivalente a un aggiustamento fiscale di 18-27 miliardi di euro”, ha detto Agora Energiewende
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