Approvata la direttiva sulle energie rinnovabili RED 3: ecco cosa cambia

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In data 12 settembre 2023, con 470 voti favorevoli, 120 contrari e 40 astensioni, il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva  la nuova direttiva energie rinnovabili: una serie di misure per promuovere la diffusione delle energie rinnovabili, in linea con il Green Deal e con REPowerEU, volto a ridurre la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di combustibili fossili dalla Russia in seguito alla guerra contro l’Ucraina.

Questa revisione legislativa, il cui testo dovrà essere adottato formalmente dal Consiglio Ue, fa parte del pacchetto “Pronti per il 55% – Fit for 55“, che adatta la legislazione UE esistente in materia di clima ed energia per raggiungere l’obiettivo dell’UE di una riduzione minima del 55% delle emissioni di gas serra entro il 2030.

Tra le novità più impattanti, la legislazione introduce una procedura di approvazione più rapida per la diffusione delle energie rinnovabili, con lo snellimento dell’iter riguardante la concessione di permessi per nuovi impianti di energia rinnovabile, tra i quali il fotovoltaico, o per l’adeguamento di quelli esistenti.

“Le autorità nazionali non potranno impiegare più di 12 mesi per autorizzare la costruzione di nuovi impianti di energia rinnovabile situati nelle cosiddette “zone di riferimento per le energie rinnovabili”. Al di fuori di queste zone, la procedura non potrà superare i 24 mesi”, riporta il Parlamento europeo nella sua nota stampa.

Una maggiore rapidità è prevista anche in merito ai giudizi amministrativi che riguardano lo sviluppo di un impianto di energia da fonti rinnovabili. In pratica, i ricorsi dovranno essere soggetti alla procedura amministrativa e giudiziaria più rapida disponibile al livello nazionale, regionale e locale.

La RED 3 prevede anche un rialzo della quota vincolante di rinnovabili nel consumo finale di energia dell’UE, che passa dal 32% al 42,5% entro il 2030, con l’obiettivo di raggiungere il 45%.

Inoltre, gli Stati membri fissano un obiettivo indicativo per la tecnologia innovativa per l’energia rinnovabile pari ad almeno il 5 % della nuova capacità di energia rinnovabile installata entro il 2030.

In seguito a questa direttiva, in più, nelle regolamentazioni e nei codici nazionali in materia di edilizia, gli Stati membri devono introdurre adeguate misure con lo scopo di aumentare la quota di energia elettrica e di riscaldamento e raffrescamento da fonti rinnovabili prodotta in loco o nelle vicinanze. Deve essere incrementata anche l’energia rinnovabile proveniente dalla rete nel parco immobiliare.

Un altro punto importante è l’istituzione di nuovi progetti comuni tra gli Stati membri, che devono essere almeno 2 entro il 31 dicembre 2030 e 3 entro il 31 dicembre 2033, con un consumo annuo di energia elettrica superiore a 100 TWh.

“Nel perseguire una maggiore indipendenza energetica e una riduzione delle emissioni di CO2, abbiamo innalzato i nostri obiettivi in materia di energie rinnovabili. Questa direttiva dimostra che Bruxelles può essere poco burocratica e molto pragmatica. Abbiamo designato le energie rinnovabili come interesse pubblico prevalente, snellendo il loro processo di approvazione. L’attenzione è rivolta all’energia eolica, fotovoltaica, idroelettrica, geotermica e alle correnti di marea. Ora abbiamo urgentemente bisogno di una riforma del mercato dell’elettricità dell’UE e di un passaggio immediato all’idrogeno per una transizione più verde.”, ha dichiarato Markus Pieper, deputato del Parlamento europeo.

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