L’associazione che all’interno di Anie Federazione raggruppa le imprese operanti nel settore delle fonti rinnovabili elettriche ha considerato tre opzioni per la produzioni di idrogeno da fonti rinnovabili in un rapporto di recente pubblicazione.
La prima corrisponde allo sfruttamento di energia elettrica rinnovabile acquisita dal mercato nelle ore di picco di produzione. “In uno scenario energetico italiano al 2030, in questo caso il prezzo dell’energia acquisita dal mercato elettrico può essere particolarmente basso, dell’ordine di 15 e 20 €/MWh, ma anche il numero di ore annue di produzione sia modesto, circa un migliaio,” dice Anie nel rapporto. Il costo di produzione dell’idrogeno sarebbe in questo caso di circa 2-2,3 €/kg (60-70 €/MWh).
La seconda opzione consiste nella produzione da impianti a energia rinnovabili. “Il risultato in termini di costo di produzione dell’idrogeno è di 3-3,5 €/kg, corrispondenti a 90-100 €/MWh. A fronte di tale costo di produzione, superiore a quello del caso precedente, si verificherebbe una minor necessità di stoccaggio a lungo termine che porterebbe benefici soprattutto in termini di minori costi di trasporto, compressione e perdite,” si legge nel rapporto.
La terza è la produzione con elettricità acquisita dal mercato con garanzia d’origine rinnovabile o con contratti di lungo termine (PPA). In questo caso, secondo Anie, ci sarebbe un impatto negativo sulla rete elettrica e nessun contributo alla riduzione della produzione di picco. Positiva invece la partecipazione ai servizi ancillari.
Anie illustra poi la produzione di idrogeno da biomassa che porterebbe a un costo di produzione di circa 2,7 €/kg sotto l’ipotesi di efficienze energetiche di conversione del 63%.
Parlando di utilizzo nei trasporti, Anie sostiene che veicoli a batterie siano più efficienti per il trasporto pubblico locale, ma che l’idrogeno può trovare applicazione in linee ferroviarie non elettrificate.
Per gli usi industriali, l’idrogeno da idrolisi può sostituire l’idrogeno da fonti fossili già in uso e Anie parla, a questo proposito, anche dell’uso del vettore energetico in siderurgia.
“La trasformazione dei processi produttivi per impiegare idrogeno comporta extra-costi compensabili dal beneficio ambientale delle minori emissioni di CO2: si avrebbe infatti un pareggio dei costi, inclusi i costi esterni, se si ipotizzasse di valorizzare la CO2 evitata in un campo 60 a 85 €/t (la quotazione media nel sistema ETS per l’ultimo anno è stata di circa 80 €/t).”
Al momento, come risultato di costi specifici attualmente degli elettrolizzatori (dell’ordine di 1.000 €/kW) e dei bassi fattori di utilizzo, il costo dell’idrogeno verde è in un intervallo compreso tra 2.5 a 6.4 €/kg a seconda delle ipotesi assunte.
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