Un consorzio guidato da Apollo Flutuantes ha allacciato un impianto fotovoltaico galleggiante su un lago situato a Estancia Jatobá, vicino a Campinas, nello stato brasiliano di San Paolo.
L’impianto è gestito nell’ambito dello schema di generazione distribuita (DG) del Paese e vende l’energia in eccesso alla rete locale.
L’impianto bifacciale da 69o W è dotato di un sistema di inseguimento e ruota da est a ovest seguendo il sole per massimizzare la produzione di energia. Si basa su moduli solari forniti da AE Solar.
“Fin dall’inizio, AE Solar ha effettuato dei test e ha scoperto qualcosa che nemmeno noi sapevamo, ovvero che la tecnologia Apollo galleggiante ha un’albedo eccellente, di almeno il 17%”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Apollo, José Alves Teixeira Filho.
Il progetto funge anche da dimostratore per il sistema standard da 7 MW sviluppato e brevettato da Apollo, che misura 180 metri di larghezza per 280 metri di lunghezza, con 9.000 moduli bifacciali. Il sistema pesa circa 1.200 tonnellate galleggianti e altre 396 tonnellate sommerse per l’ancoraggio.
“Potrebbe sembrare semplice, solo una boa, ma non lo è. Questa ‘boa’ deve durare 30 anni”, ha detto Teixera Filho, sottolineando che la natura interdisciplinare delle tecnologie richiede la presenza di diversi partner.
L’idea del consorzio è quella di offrire queste unità sia ai gestori di impianti idroelettrici che vogliono ibridare i loro asset, sia alle aziende del segmento della generazione distribuita.
“Esclusivamente per il fotovoltaico galleggiante, è possibile costruire grandi impianti installati, ad esempio, con 300 MW su un lago, tagliati elettricamente in 300 fette fino a 1 MW e negoziare questa energia come generazione distribuita, direttamente con il cliente finale, cosa che è vietata per gli impianti a terra”, ha inoltre affermato. “Questo permette di ottenere guadagni economici per gli impianti galleggianti molto rapidamente. Tanto per dare un’idea, un progetto da 2 miliardi di reais ha un periodo di ammortamento inferiore ai tre anni”, ha aggiunto.
Filho fa riferimento alla legge 14.300, che in Brasile vieta la divisione di un impianto di generazione in unità più piccole per rispettare i limiti di potenza per la microgenerazione o la minigenerazione distribuita, ad eccezione degli impianti galleggianti, a condizione che ogni unità rispetti il limite massimo di potenza installata.
Teixeira afferma che uno dei modelli allo studio da parte delle centrali idroelettriche, oltre all’opportunità di ibridazione, è quello di trasferire parti dei loro bacini per essere esplorati da altre società di generazione distribuita, che possono beneficiare dei guadagni di scala e sfruttare gli asset come generazione distribuita.
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