Marco Lombardo, AD del broker assicurativo Assimox, spiega a pv magazine Italia che i prodotti assicurativi per gli impianti agrivoltaici sono coperture per rischi molto simili a quelli per un qualsiasi impianto fotovoltaico posto a terra, a cui si aggiungono rischi specifici dati dalla compresenza di una produzione agricola e/o pastorale sugli stessi terreni. Il prezzo quindi è normalmente maggiore.
“Attualmente esistono molti prodotti standard modulari molto efficaci nelle coperture per impianti domestici o aziendali, mentre i prodotti ad hoc per i sistemi agrivoltaici ad oggi non sono presenti sul mercato italiano, dovendo così interpellare le compagnie per studiare soluzioni tailor made a volte anche molto complesse e costose,” Lombardo ha detto a pv magazine.
L’AD di Assimox si aspetta però che, con l’aumento degli impianti, sempre più compagnie assicurative presenteranno sul mercato polizze specifiche per questo complesso settore.
“Ma la soluzione su misura rimarrà probabilmente la soluzione più adatta vista la vastità delle variabili che coinvolgono questo nuovo ed innovativo sistema di integrazione tra produzione di energia elettrica e di coltivazione agricola e pastorale”.
I prodotti assicurativi possono coprire tutte le fasi del progetto: nella fase di progettazione e costruzione il progettista ed il produttore avranno bisogno di coperture RC professionali, RC prodotti e le coperture CAR (rischi nella fase di costruzione); il trasporto e il montaggio coinvolgono il trasportatore e l’installatore che si dovrà munire di una copertura EAR.
Il gestore dell’impianto avrà invece bisogno della copertura “all risks property” che dovrà garantire coperture per danni fisici diretti ai pannelli solari quali incendio, fenomeno atmosferici, guasti, furto o atti vandalici, i danni indiretti quali ad esempio le perdite pecuniarie derivanti dalla mancata o ridotta produzione di energia elettrica e la responsabilità civile derivante da danni a terzi.
La determinazione delle tariffe e delle quotazioni per la copertura di un rischio sono multifattoriali, con diversi fattori che incidono.
“Per provare ad ipotizzare uno scenario dobbiamo prendere in considerazione l’oggetto di un eventuale assicurazione e la sua ubicazione, aspetto quest’ultimo che spesso incide molto sul premio assicurativo”.
Le specifiche configurazioni degli impianti sono poi di centrale importanza: le tariffe varieranno in base alle tecnologie utilizzate, spiega Lombardo, rilevando una significativa differenza tra gli impianti fotovoltaici a terra tradizionali e i sistemi agrivoltaici.
“Questa possibilità senz’altro va ad aumentare quelli che sono i possibili rischi che possano intercorrere durante la vita degli impianti; presumibilmente ci dovremo quindi aspettare delle quotazioni più alte date ad esempio dalle maggiori possibilità di danneggiamento degli impianti da parte di bestiame o di operatori con macchine; gli impianti saranno caratterizzati da strutture più elaborate e complesse dove installare il sistema e quindi più costose, oltretutto, a seconda della coltura e delle ore che si dovranno quindi passare in campo, si prefissa una eventuale maggiore o minore incidenza del rischio di danni a terzi quali dipendenti, operai o terzisti che si troveranno a lavorare nei nostri campi coltivati in presenza dell’impianto”.
Altri fattori che possono influenzare il prezzo sono: fattori finanziari e e la domanda di coperture specifiche. Le specificità nazionali rimangono comunque centrali, soprattutto per la creazione di un mercato assicurativo per prodotti specifici.
“Maggiore superficie coperta quindi vuol dire maggiore richiesta di copertura e quindi maggiore concorrenza tra le compagnie. In Italia le costrizioni normative hanno cominciato ad allentarsi solo dal 2020. Per vedere muoversi qualcosa nel mercato assicurativo dovremmo aspettare la risposta delle imprese agricole italiane a questo importante opportunità, nella speranza che venga accolta il più possibile così da poter stimolare anche le compagnie nella definizione di nuovi standard.”
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