Solar Italy, il convegno moderato da pv magazine Italia su Storage C&I e Utility-Scale

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Lo scorso 28 settembre, pv magazine Italia era presente a Roma, allo Spazio Novecento, all’evento Solar Italy organizzato da Wattktaft, Valmont Solar, Longi e Higeco More. Si è trattato di una preziosa occasione di networking dove momenti informali si sono susseguiti a momenti di informazione, dibattito e premiazione.

Il nostro ruolo nel settore ci ha visto alla moderazione della tavola rotonda “Sviluppando la resilienza energetica: “Storage C&I e utility scale – tendenze e opportunità di mercato” che ha coinvolto massimi esperti  di tecnologia e di finanza, in grado di gettare luce sull’attualità di un settore che sarà sempre più protagonista nell’immediato futuro.

Tavola Rotonda “Storage C&I e Utility Scale” durante l’evento Solar Italy

Immagine: Solar Italy

Lo scenario è infatti chiaro e condiviso: la transizione energetica non è più rinviabile e avremo nei prossimi anni maggiori investimenti in nuovi impianti rinnovabili, soprattutto fotovoltaici ed eolici che guardano in modo sempre più convinto al tema cruciale dello storage.

“Stiamo vivendo un’evoluzione del sistema energetico che spinge forte verso le fonti rinnovabili, quindi si sta evidentemente andando incontro ad uno scenario di variazione dei prezzi. Il vero tema è quindi saper gestire al meglio questa volatilità”. Sono le parole di Stefano Cavriani di Ego che ha interpretato questa situazione in chiave di mercato. “L’alternativa all’asta come capacity market delle batterie è andare sul mercato. Ebbene, al momento la remunerazione attesa dal mercato non sembra così premiante e quindi ad oggi sembrerebbe che le aste siano indispensabili per sostenere opportunamente gli investimenti”.

“La remunerazione che si può ottenere rispondendo alla sollecitazione di rete nel breve tempo è piuttosto incerta”, prosegue Cavriani. “La modellizzazione di ciò che si potrà sul mercato non è facile. Il valore dello spostamento energia ed oggi non è granché, ma tifo perché lo diventi. Facendo una stima reale sui dati 2022, i MWh di accumulo avrebbero reso 35.000-40.000 nell’anno, mentre nel 2023, con uno scenario già sgonfiato, la remunerazione sarebbe pari alla metà, quindi intorno ai 20.000 euro”.

Andrea Zaghi di Afry, ha puntato i riflettori su come gli investimenti per gli impianti di storage possano diventare sostenibili. “Stiamo proponendo ai nostri clienti di un nuovo prodotto focalizzato sullo storage con previsioni periodiche dei costi di investimento e di cosa serve come revenues per la reddittività”. La sua analisi conferma che un meccanismo incentivante è indispensabile: “Senza un sostegno che derivi da un meccanismo di capacità, i business plan non stanno in piedi; dall’arbitraggio sul prezzo, al capacity market che ha già dato il via ad una serie di investimenti, ma non solo”.

L’esperto di Afry ha parlato del trilemma composto della generazione, dalla rete e dagli accumuli, tre vertici di un triangolo che devono progredire per consentire al sistema elettrico di rimanere in equilibrio senza rinunciare alla sicurezza e adeguatezza, verso la mission di decarbonizzazione. “I cosiddetti vecchi pompaggi hanno una loro importante spendibilità e molti soggetti si sono indirizzati più su questi che sulle batterie. Inoltre, l’energia viene prodotta nelle regioni meridionali e servirebbe, così come stanno facendo gli investitori interessati ai pompaggi, una maggior presenza di accumuli in quelle regioni”.

Maria Valenti, responsabile Smart grid e Reti energetiche di ENEA ha spiegato che ENEA, presso il suo centro ricerche di Portici (Na), sta portando avanti una sperimentazione attraverso la costruzione di  un dimostratore su scala reale di microrete intelligente che si pone come open lab aperto anche alle aziende. “Stiamo installando 190 kW di fotovoltaico e più inverter e cablando la rete in fibra ottica per la parte di controllo e automazione per studiare le problematiche di integrazione.

“La triade “generazione, accumulo e reti” è il tema prioritario su cui lavora la mia unità. Per il problema dell’integrazione, ad oggi non sono sufficienti gli strumenti che sta mettendo in campo la legislazione italiana, e anche livello europeo, i decreti sono troppo lenti per raggiungere i numeri ambiziosi della transizione energetica. In ENEA stiamo studiando dispositivi che consentano di raggiungere i desiderata degli operatori di rete, anche attraverso un controllo intelligente”.

“A beneficio di tutta la filiera energetica”, ha aggiunto Maria Valenti, “bisogna cominciare a parlare di accumulo distribuito insieme al fotovoltaico e non solo attraverso la mobilità elettrica. Abbiamo impianti significativi, ma siamo lontani in termini di autoconsumo. L’accumulo deve nascere in quei punti della rete dove c’è una maggiore criticità. Le problematiche di integrazioni sono serie perché se non le risolviamo – e lo storage è una delle chiavi per risolverle – non riusciamo a sfruttare a pieno le potenzialità delle rinnovabili e a traguardare i target della transizione energetica”.

Daniele Camponeschi di Green Arrow Capital ha parlato del suo vasto osservatorio che spinge a porre al centro il problema di come si andrà a gestire la transizione attraverso una metodologia di investimento diversa rispetto al passato. “Gli scenari stanno drasticamente cambiando e l’attore nuovo è l’auto elettrica che cambia i paradigmi di utilizzo di energia all’interno della nostra rete. Per questo è importante costruire modelli intelligenti di gestione dell’energia al fine di soddisfare la domanda nel momento in cui si manifesta”

“Per il level cost of storage dei grandi impianti, l’andamento è il medesimo che ha vissuto il fotovoltaico: i prezzi si sono ridotti di 10 volte negli ultimi 10 anni e noi, in coerenza, ci aspettiamo una riduzione significativa nei prossimi 4-5 anni, con un trend in accelerazione. Le nuove tecnologie sono costantemente in evoluzione e potenzialmente si può guardare anche a forme ibride di batterie con tecnologie che hanno capacità di assorbimento e scarica molto più rapido rispetto agli ioni di litio. Ricordiamo”, ha puntualizzato Camponeschi, “che un tema fondamentale è proprio la durata”.

I punti di vista e le opinioni espressi nel presente articolo sono quelli dell’autore e non riflettono necessariamente quelli di pv magazine.

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