Focus sugli azionisti. Questa la prima impressione del Piano 2024-2026 di Enel, che sottolinea l’importanza di “un’allocazione del capitale selettiva finalizzata a ottimizzare il profilo rischio/rendimento”.
In un momento di cambiamenti geopolitici ed economici, questo implica tagli delle spese e investimenti “meno rischiosi”, quindi anche meno “internazionali” e più “italiani”. Lo dimostra la ripartizione degli investimenti totali lordi del gruppo di Roma. Si parla di circa 35,8 miliardi di euro tra il 2024 e il 2026.
“Il gruppo prevede di concentrare gli investimenti in aree caratterizzate da rendimenti visibili, un quadro regolatorio remunerativo nonché contesti macroeconomici e politici stabili, con il 49% degli investimenti lordi in Italia, il 25% in Iberia, il 19% in America Latina e il 7% in Nord America,” ha detto la società di Viale Regina Margherita.
Enel pianifica 18,6 miliardi di investimenti in reti, 12,1 miliardi in rinnovabili e 3 miliardi nella gestione del portafoglio clienti. Si focalizzerà sulle reti in Italia e sulla capacità rinnovabile nella penisola Iberica, mentre in America Latina si sta preparando per la progressiva liberalizzazione del settore retail. In Nord America punta alle collaborazioni con società locali.
Per quanto riguarda le rinnovabili, Enel si prefigge “decisioni di investimento più selettive, puntando su eolico onshore, solare e batterie di accumulo, facendo anche leva sul repowering.”
“Decisioni di investimento più selettive” sembra suggerire che il gruppo investirà di meno in tecnologie meno consolidate. Nel comunicato stampa diramato in mattinata, nessun riferimento ai seguenti termini: “idrogeno”, “ricerca e sviluppo” o “agrivoltaico”.
Il termine “innovazione” è invece menzionato una sola volta. “Un fattore chiave sarà l’innovazione, facendo ricorso al repowering per aumentare l’efficienza degli impianti e ridurre i costi di generazione, oltre che alle batterie di accumulo per migliorare la flessibilità del sistema elettrico e la gestione dei carichi”. Nessun riferimento poi alla fabbrica di pannelli 3SUN di Catania.
“La strategia che annunciamo oggi punta a trasformare il gruppo Enel in un’organizzazione più snella, flessibile e resiliente, pronta per affrontare le sfide e cogliere le opportunità che possono presentarsi in futuro,” ha commentato Flavio Cattaneo, AD di Enel.
Il gruppo vuole fare leva sui finanziamenti europei, ma non fa riferimento invece a quelli offerti dagli Stati Uniti. Nel parlare di sostenibilità finanziaria, per quanto menzioni le fonti di finanziamento sostenibile, Enel sembra però più che altro intenzionata a procedere con un taglio dei costi.
“Rispetto alla baseline dei costi relativi al 2022, il gruppo prevede di conseguire una riduzione complessiva dei costi pari a circa 1,2 miliardi di euro nel 2026”, spiega la società guidata da Cattaneo.
Enel prevede che l’Indebitamento Finanziario Netto/EBITDA scenda a circa 2,3x nel 2026 rispetto a circa 3,1x nel 2022 e a un valore compreso tra 2,4x e 2,5x atteso per il 2023.
Enel ha già finalizzato, nel corso dell’anno, dismissioni per 2,8 miliardi (uscita dalla Romania, cessione di attività di generazione in Argentina, vendita del 50% delle attività rinnovabili in Australia e vendita di un portafoglio solare in Cile).
Ha poi sottoscritto e sta finalizzando operazioni “per un importo previsto pari a circa 5,4 miliardi di euro in termini di impatto sull’indebitamento netto” (vendita di asset in Perù, vendita del 50% di Enel Green Power Hellas e vendita di un portafoglio solare e geotermico negli Stati Uniti). Sta poi negoziando dismissioni per ulteriori “3,3 miliardi di euro in termini di impatto sull’indebitamento netto”.
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