La Commissione europea ha modificato le norme generale di esenzione dalle norme sugli aiuti di Stato (GBER).
Le norme razionalizzano gli aiuti nel settore energetico, facilitano l’attuazione di alcuni progetti che coinvolgono beneficiari in diversi Stati membri, e prevedono un forte aumento delle soglie di notifica per gli aiuti ambientali e per gli aiuti a ricerca, sviluppo e innovazione. Inoltre, accordano un’esenzione per categoria a misure di aiuto istituite dagli Stati membri per regolamentare i prezzi dell’energia, prorogano il regolamento generale di esenzione per categoria fino a fine 2026.
La Commissione ha anche adottato un nuovo quadro temporaneo di crisi e transizione (TCTF) per promuovere misure di sostegno in settori fondamentali per la transizione energetica.
“Il nuovo quadro temporaneo di crisi e transizione modifica e proroga in parte il quadro temporaneo di crisi, adottato il 23 marzo 2022 per consentire agli Stati membri di sostenere l’economia nel contesto della guerra della Russia contro l’Ucraina,” ha detto l’esecutivo europeo.
Il nuovo quadro proroga fino al 31 dicembre 2025 la possibilità per gli Stati membri di approvare regimi destinati ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili e lo stoccaggio dell’energia, semplifica le condizioni per la concessione di aiuti a progetti di piccole dimensioni e a tecnologie meno mature, come l’idrogeno rinnovabile, eliminando l’obbligo di una procedura di gara competitiva.
Gli Stati membri possono anche fornire aiuti fino a una determinata percentuale dei costi e degli importi nominali, a seconda dell’ubicazione dell’investimento e delle dimensioni del beneficiario. In casi eccezionali possono poi fornire un maggiore sostegno a singole imprese nei casi in cui vi sia un reale rischio che gli investimenti vengano sottratti all’Europa.
“In tali situazioni, gli Stati membri possono erogare l’importo dell’aiuto che il beneficiario potrebbe ottenere per un investimento equivalente in tale ubicazione alternativa (il cosiddetto “allineamento dell’aiuto”) o l’importo necessario per incentivare l’impresa a ubicare l’investimento nel SEE (il cosiddetto “deficit di finanziamento), se inferiore,” ha detto la Commissione.
Positivo il commento dell’European Solar Manufacturing Council (ESMC).
“Vogliamo richiamare l’attenzione dei responsabili politici europei sul rischio significativo di sottovalutare la concorrenza globale nel settore della produzione fotovoltaica nei prossimi mesi e anni,” ha commentato ESMC, aggiungendo che le proposte della Commissione miglioreranno ulteriormente la competitività del fotovoltaico europeo, sviluppando un approccio che possa beneficiare l’intero ecosistema di produzione del fotovoltaico europeo.
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