“L’accordo farà della città emiliana una delle capitali europee dell’idrogeno rinnovabile. L’obiettivo è contribuire alla neutralità carbonica dell’Emilia-Romagna in un territorio a forte vocazione imprenditoriale. Tra i principali beneficiari, il settore della mobilità, il trasporto pubblico locale e le industrie”, scrive il Gruppo Hera nella nota stampa.
Il fulcro di tutto l’investimento, che ammonta a oltre 20 milioni di euro – e che ha già ottenuto un finanziamento della Regione Emilia-Romagna pari a 19,5 milioni di euro nell’ambito del PNRR – è la realizzazione di un polo in grado di produrre fino a 400 tonnellate di idrogeno rinnovabile, ma anche di più in caso di futuri ampliamenti.
A livello operativo, il Gruppo Hera si occuperà della realizzazione di un parco fotovoltaico da 6 MW con un innovativo impianto a pannelli solari galleggiante presso la discarica esaurita del Comune di Modena, in concessione a Herambiente, quindi senza alcun consumo di suolo utile.
Snam svilupperà invece l’impianto di produzione dell’idrogeno con l’obiettivo di produrre fino a 400 tonnellate all’anno. Si tratta di un elettrolizzatore che sarà installato in un’area industriale dismessa in via Caruso a Modena. Per consentire il funzionamento senza interruzione dell’elettrolizzatore, la cui potenza è di 2,5 megawatt, è prevista una batteria per lo stoccaggio dell’energia elettrica.
Il Gruppo Hera fa sapere che l’impianto potrà essere gestito da una “società veicolo” SPV, cioè da una società ad hoc controllata dal Gruppo Hera e partecipata da Snam, che si occuperà della produzione e della commercializzazione dell’idrogeno verde.
Le potenzialità dell’Hydrogen Valley modenese sono già state recepite dal settore della mobilità dalle aziende di trasporto pubblico locale Tper e Seta. Quest’ultima, per esempio, con fondi PNRR ha già avviato le procedure per l’acquisto di 12 bus, per un totale di circa 50 tonnellate l’anno, garantendo una percorrenza di 660 mila chilometri.
“La stessa attenzione per lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno green è inoltre stata manifestata dal settore industriale locale, con particolare riferimento ad automotive e aziende cosiddette hard-to-abate del distretto ceramico, per la decarbonizzazione dei propri processi produttivi”, spiega Hera.
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