Ascoltare un album di bella musica italiana, registrato grazie all’energia solare, è un’esperienza oggi possibile grazie a Nathalie, cantante vincitrice di X Factor 4, da 20 anni sulla scena in modo eclettico e mai banale. Il suo lavoro si chiama Freemotion e porta con sè canzoni emozionanti che spaziano tra più generi diversi, “un’immersione in un mondo musicale fatto di suoni, parole e colori, ma anche di impegno, gioia, denuncia, sostenibilità e nuove possibilità”, spiega l’artista.
pv magazine Italia ha intervistato Nathalie per scoprire di più su questo progetto lungo tre anni di sessioni di registrazione alimentate a energia solare en plein air, un viaggio in Italia a bordo di un camper alimentato con pannelli fotovoltaici.
Una sfida dettata dai ritmi della natura, che ha portato a scelte tecniche obbligate. “Ci fermavamo quando la batteria servizi scendeva verso i 12,4-12,5 volts e aspettavamo che si ricaricasse con il sole, spesso nella pausa pranzo. Poi riprendevamo nel pomeriggio fino a quando c’era luce solare. Quando il sole andava via chiudevamo la sessione di registrazioni per quel giorno. Invece in solitaria il carico era inferiore perché ho utilizzato il mio computer portatile, la mia scheda audio, alternando strumenti midi con l’utilizzo di microfoni collegati o strumenti cablati alla scheda audio. Ho ho registrato quasi sempre di giorno e in notturna potevo fare session di massimo 2 ore e poi dovevo fermarmi. Tutto sta nell’accettare che è una modalità di lavoro più legata ai ritmi naturali e che la situazione spesso non si può controllare”.
“La mattina dopo una session notturna dovevo aspettare sempre un po’ che il sole ricaricasse la batteria per ricominciare a registrare. Questo metodo di lavoro per Freemotion mi ha richiesto molto più tempo di uno studio normale, tecnicamente è molto più difficile, non solo per il dover alleggerire l’assorbimento elettrico e quindi ridurre la strumentazione, ma anche per i tempi più dilatati delle session”.
Freemotion è frutto di un sogno per Nathalie. il cui nonno materno faceva esperimenti con l’energia solare negli anni ‘50 in Africa. “Il fotovoltaico è solo una delle tante opzioni. Personalmente ho scelto l’energia solare per una questione affettiva e sono appassionata dell’idea di poter produrre energia riducendo sempre più l’impatto sull’ambiente. Il mio è solo un esperimento, un punto di partenza, c’è tanto altro che si può fare!”.
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