Lo studio d’ingegneria del gruppo BFP, in un momento di grande domanda di servizi, non riesce a soddisfare tutti i propri clienti per “estrema difficoltà di reperimento” di personale tecnico specializzato.
“Il gruppo BFP, sia con la società di ingegneria, sia con la società di servizi di costruzione e manutenzione di impianti fotovoltaici (BFP Service) si è posta l’obiettivo di accelerare con le assunzioni. Non abbiamo dubbi sulla crescita di questo segmento di mercato e sulle possibilità di dare lavoro nei prossimi anni. Come studio d’ingegneria ci capita, purtroppo, di dover rifiutare ogni settimana incarichi a causa della mancanza di risorse, cosa inimmaginabile fino a pochi anni fa”, il fondatore Gianluca Biagio Biscotti spiega a pv magazine.
Tre i fattori principali: mancanza di personale qualificato disponibile dovuta ai bassi livelli autorizzativi degli anni passati, cambiamento degli interessi da parte dei laureati in Ingegneria e pandemia, che ha spinto molti laureati del settore ad accettare proposte lavorative in smart working, creando una distorsione poco compatibile con la necessità di partecipare alle attività del cantiere e attività di ingegneria che richiedono team working e confronto in presenza.
“La nostra società di costruzioni, identicamente, sta incontrando estrema difficoltà anche nel reperire elettricisti specializzati e personale tecnico in grado di gestire cantieri. Ma anche gli ingegneri progettisti sono ormai una utopia, tutti vorrebbero posizionarsi sul mercato come project manager e project engineer,” dice Biscotti.
In generale, il gruppo BFP riscontra una mancanza di società con competenze, mezzi e risorse sul mercato italiano. “Ci sono ora le autorizzazioni, ma poche risorse per progettare e costruire”.
Secondo Biscotti, la progettazione autorizzativa è già in fase calante, mentre la buona parte delle attività si sta spostando sulla progettazione esecutiva e la cantieristica.
“La progettazione della parte ambientale e autorizzativa è in fase discendente, in quanto i progetti in alta tensione presentati sono sempre meno vista l’inevitabile congestione virtuale della rete che sta determinando in molte aree del Paese soluzioni di connessione non compatibili con i tempi e i costi dei progetti”.
Nel 2022 il boom dei primi mesi è diminuito progressivamente per poi far registrare un tonfo a fine anno, rileva BFP. Ci sono però segmenti di mercato che fanno segnare un’accelerazione.
“La fase di progettazione autorizzativa è, grazie alle semplificazioni, in aumento per le aree industriali e aree idonee in generale o nelle solar belt”, spiega il fondatore di BFP. “Però le procedure semplificate, PAS o DILA, richiedono meno impegno progettuale, così il carico di lavoro in questa fase dello sviluppo dei progetti è fortemente diminuito.”
La diminuzione del carico di lavoro può rappresentare un problema per operatori che si focalizzano solo sulla progettazione e l’autorizzazione degli impianti.
Il gruppo BFP si aspetta che l’aumento del carico di lavoro duri almeno 10 anni, per via del lavoro della società su tutta la catena di sviluppo dei progetti, dalla idea alla costruzione.
Nella costruzione, poi, Biscotti si aspetta che nuove società possano subentrale nel mercato italiano, ma che la concentrazione delle attività da ora in poi possa restare alta soprattutto nell’esecuzione dei progetti autorizzati
“Se nella fase autorizzativa c’erano molte società provenienti da altri settori, sull’esecutivo non c’è storia, è necessaria una competenza specifica e consolidata. Ora stiamo iniziando a vedere dei problemi di qualità dei progetti che ci vengono sottoposti come Owner’s engineer o come costruttori. Molte società di ingegneria o di costruzione senza una consolidata esperienza hanno delle serie difficoltà. Sembra un settore facile, ma ci sono elevate probabilità di commettere errori, soprattutto negli impianti utility-scale”, spiega Biscotti.
Il mercato italiano rimane uno dei più complicati a livello amministrativo e, nonostante il potenziale, non bisogna sottovalutare le specificità. “Dall’Autorizzazione Unica o PAS all’inizio dei cantieri molte sono ancora le attività autorizzative da esplicare. Il concetto di Ready to Built in Italia è molto diverso da tanti altri Paesi. La burocrazia legata alla sicurezza del lavoro e alle autorizzazioni e concessioni esecutive resta molto complessa e, se non la si conosce bene, si rischiano molti mesi di ritardo nell’avvio delle costruzioni”.
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