Un gruppo internazionale di ricercatori ha sviluppato una procedura per identificare e classificare le aree adatte all’installazione di impianti agrivoltaici.
“Si tratta di uno dei primi studi pubblicati sulla combinazione di approcci basati su sistemi informativi geografici (GIS) e tecniche decisionali multicriteriali (MCDM) per identificare e classificare le aree più adatte per gli impianti fotovoltaici”, ha dichiarato il co-autore Pietro Campana a pv magazine.
Lo studio ha rilevato che circa l’8,6% – circa 38.485 km2 – del territorio svedese è adatto agli impianti fotovoltaici.
Utilizzando sistemi agrivoltaici montati verticalmente con moduli bifacciali, i ricercatori hanno determinato che la capacità installata potenziale totale per le aree classificate come “eccellenti”, “molto buone” e “buone” è di circa 1,2 PWh, mentre il totale per i territori “eccellenti” e “molto buoni” è di circa 207 TWh. Entrambi i totali rappresentano una capacità di produzione molto più elevata rispetto al consumo effettivo di elettricità del Paese nel 2021 e superano anche il più alto livello di consumo di elettricità previsto per la Svezia nel 2050.
Il gruppo ha utilizzato un approccio GIS-MCDM in cinque fasi, in cui il GIS ha eseguito un’analisi basata sulla localizzazione con la visualizzazione e l’elaborazione dei dati geografici, mentre l’algoritmo MCDM è stato utilizzato per calcolare i pesi dei vari criteri di valutazione. Le mappe geospaziali che mostravano le classificazioni di idoneità per ogni criterio e la mappa di idoneità finale sono state elaborate con gli strumenti di ArcGIS Pro.
“Rispetto al rapporto del JRC sulle potenzialità degli impianti agrivoltaici in Europa, che utilizzava dati statistici, noi abbiamo utilizzato il più recente prodotto Corine Land Cover (CLC2018) da cui possiamo stimare le aree che sono fisicamente utilizzate o potrebbero essere utilizzate come aree agricole e quindi per l’implementazione di impianti agrivoltaici”, ha detto Campana.
L’analisi ha rilevato che le aree classificate come pascoli possono fornire circa 80 TWh/anno “mantenendo il 90% della potenziale resa nazionale di erba da pascolo”. I ricercatori hanno ipotizzato che le strutture per gli impianti solari verticali riducano l’area di coltivazione effettiva del 10%. Nonostante la riduzione delle colture alle alte latitudini, il team ha osservato che i sistemi agrovoltaici hanno il potenziale per essere una spinta finanziaria per gli agricoltori.
I risultati sono disponibili nel rapporto “Agrivoltaic systems potentials in Sweden: A geospatial-assisted multi-criteria analysis”, pubblicato su Applied Energy.
Tra gli autori figurano ricercatori della King Fahd University of Petroleum & Minerals dell’Arabia Saudita, dell’Università Kafrelsheikh dell’Egitto, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore dell’Italia e dell’Università Mälardalen della Svezia, dell’Università Uppsala e dell’Istituto meteorologico e idrologico svedese.
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