Provvedimenti VIA, Alleanza per il Fotovoltaico: continuando così saranno necessari 10 anni per smaltire il pregresso

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pv magazine: Siamo in un periodo di novità normative, tra cui DL Energia, DL CER, DL Agrivoltaico innovativo. Cosa ne pensate? Ci sono le condizioni per uno sviluppo del fotovoltaico in Italia nei prossimi anni?

Filippo Fontana, Alleanza per il Fotovoltaico: Il comparto è pronto per cogliere queste nuove sfide di sviluppo del fotovoltaico; non tutti i provvedimenti hanno però la stessa rilevanza il mercato utility scale. Ad esempio il DL Agrivoltaico innovativo interessa soprattutto la categoria degli imprenditori agricoltori. Il Dl Energia, invece, aiuta a inquadrare il contesto normativo e in qualche modo, notiamo un paio di spunti che consideriamo positivi nello sviluppo della sburocratizzazione dell’attività sviluppo, in particolare l’aumento delle soglie per la VIA Nazionale e per la PAS; riteniamo molto interessante anche la misura di semplificazione prevista all’articolo 9, comma 9-novies del DL Energia, la quale inserisce la possibilità di superare il concerto dei MIC nel rilascio del provvedimento di VIA per gli impianti siti su aree idonee.

Previsioni in termini di capacità per il 2024 e il 2025?

Cinque-sei GW all’anno, non paragonabili a quei 10 GW all’anno che dovremmo realizzare per raggiungere i target PNIEC entro il 2030. Nel 2023 una grossa spinta è venuta dal Superbonus 110% ma per il 2024 dovremo necessariamente accelerare, siamo lontani dalla tabella di marcia. Il MASE ha sicuramente accelerato nel rilascio dei provvedimenti VIA, nel 2023 si è raggiunta la cifra record di 120 provvedimenti ma ci sono ancora 1.200 domande pendenti: è chiaro a tutti che a questi ritmi ci vorranno 10 anni solo per smaltire il pregresso, senza considerare le nuove domande che ogni giorno vengono presentate.

Chiaramente mancano ancora una serie di linee guida. Quali aspetti normativi state aspettando di più? Perché?

Per migliorare situazione e aumentare numero impianti e GW autorizzati la cosa importante è che ci sia un atteggiamento univoco e concorde del governo e in particolare dei ministeri nella necessità di autorizzare e di avere parametri più oggettivi possibili nella valutazione dei progetti, che consenta di raggiungere gli obiettivi. Sono state fatte introdotte molte misure di semplificazione che hanno certamente migliorato la situazione; si potrebbe ancora migliorare qualcosa (ad esempio, efficientare l’attività autorizzativa della Soprintendenza speciale PNRR, che oggi è il vero collo di bottiglia) ma allo stesso modo non bisogna sottovalutare il rischio della “bulimia legislativa”: gli operatori del settore ma anche le stesse amministrazioni che devono tradurre le leggi in atti concreti rischiano di perdersi in questo continuo susseguirsi di norme.

Parlando del Dl Energia di recente entrato in vigore, quali sono gli aspetti più interessanti? Quali le criticità?

Come già detto, sicuramente l’innalzamento della soglie per accedere alla Procedura abilitativa semplificata e la norma che consente al MASE di rilasciare il provvedimento di VIA anche senza il concerto del Ministero della Cultura, nei casi di progetti autorizzati su aree idonee (norma condivisibile, considerato che in aree idonee l’impatto paesaggistico degli impianti è pressoché inesistente, trattandosi di aree prive di pregio quali aree industriali, discariche dismesse, sedimi aeroportuali e ferroviari etc.).

Per quanto riguarda le CER, sembra che il quadro normativo sia sufficientemente chiaro. Sembra poi che stia convergendo verso un’interpretazione più ampia dei soggetti beneficiari del contributo PNRR. Cosa vi aspettate dalle linee guida, che dovrebbero essere pubblicate entro il 23 febbraio?

Le CER sono potenzialmente un ottimo strumento per la responsabilizzazione energetica anche dei cittadini, ma hanno bisogno di un volano economico-finanziario per funzionare e allo stato non è ancora chiaro se ci siano grandi gruppi disposti ad investire. Sicuramente rappresenta una opportunità che nel mix energetico darà un contributo alla decarbonizzazione; secondo noi di Alleanza per il Fotovoltaico, le CER andranno inquadrate nell’ambito dei rapporti con i Comuni su cui insistono gli impianti di grossa taglia, al fine di realizzare progetti di sviluppo locale sinergici con la nostra attività.

Mancano anche le linee guida per l’Agrivoltaico avanzato. Sembra che i nodi ancora da risolvere siano modalità e tempistiche di riconoscimento degli incentivi, impatto sulle colture, produttività agricola e risparmio idrico. Siete d’accordo?

Il Decreto sull’Agrivoltaico Innovativo è un tassello rilevante nel percorso di transizione energetica del nostro Paese. La sua importanza è di carattere economico e sociale, in quanto costituisce un introito per l’agricoltore che ha maturato consapevolezza rispetto agli effetti devastanti del cambiamento climatico, soprattutto sulla produzione agricola. Il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030 tuttavia non può essere delegato al solo mondo agricolo. In termini di potenza infatti, dall’Agrivoltaico Innovativo si attende una produzione di poco superiore ad 1 GW, una cifra minima se si pensa ai quasi 70GW di potenza da installare entro il 2030. Le aziende produttrici di energia rinnovabile, grazie al loro know how tecnico e alle competenze maturate nei decenni, dovrebbero guidare questo processo. L’Agrivoltaico è ancora una tecnologia nuova e in questa ottica le soluzioni da adottare, in quanto sperimentali, non possono essere univoche o restrittive, ma devono essere aperte all’innovazione da cui il progresso di una nazione dipende.

Quali le occasioni di interazione con le autorità per quanto riguarda gli sviluppi normativi? Possibilità di scambio anche al KEY di Rimini?

Auspichiamo che ci sia sinergia e coinvolgimento anche dei produttori nel delineare le linee guida sull’agrivoltaico. Da parte nostra siamo disponibili per tavoli tecnici congiunti con le amministrazioni e gli enti coinvolti, fermo restando la necessità di un coordinamento tra gli enti regolatori. Nell’ultimo periodo il MASE ha aperto le porte al confronto, non ultimo con le associazioni, e di questo ne siamo lieti. Crediamo sia la giusta strada da seguire.

Nel DL Milleproroghe è prevista anche l’estensione a tutto il 2024 delle semplificazioni per il fotovoltaico nelle strutture turistiche.  Cosa ne pensate?

Tutti questi interventi settoriali sono utili a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di passare a energie alternative. Il cittadino può trovare sicuramente economicità e utilità nella produzione di fonti rinnovabili a livello residenziale o commerciale, ma deve essere ben chiaro che le esigenze nazionali di indipendenza energetica, decarbonizzazione e sicurezza degli approvvigionamenti non possono che passare dalla realizzazione di impianti fotovoltaico a terra di medie e grandi dimensioni. Senza utility scale non c’è nessuna transizione ecologica.

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