Donne nel fotovoltaico, le transizioni richiedono un cambio di mentalità

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“Il mondo dell’energia riconosce implicitamente maggiore autorevolezza agli uomini, come si evince dalla predominanza maschile nelle aree tecnico scientifiche ad esso collegate. Superare questo status quo richiede un approccio cauto, dove le quote rosa non siano il focus della discussione; deve invece esserlo il riconoscimento delle professionalità delle donne, o il loro eventuale specifico contributo, che è diverso”, ha detto Alessandra Scognamiglio, presidente dell’Associazione Italiana Agrivoltaico Sostenibile (AIAS).

Parlando dell’uso della parola, l’architetto napoletano ricorda che il termine agrivoltaico sta cambiando di significato. Contraria ad un approccio meramente di mercato dell’agriPV, ha criticato ed è stata criticata. Scognamiglio ha lavorato a lungo periodo sul tema, anche e soprattutto in seno all’ENEA. È diventata una voce dell’agrivoltaico “fatto bene, fatto bello”. Nello stesso modo, chiede di essere cauti con certi ter- mini usati per le donne. “Quando sono arrivata a lavorare dove sono ora, quando camminavo nei corridoi, venivo chiamata solo signorina. Sono un architetto, sono Alessandra, non sono una signorina”, ha affermato. Scognamiglio ha ora oltre 20 anni di esperienza.

Secondo la presidente di AIAS, la transizione “rosa” ha dei tratti in comune con la transizione energetica. “Le donne le cose se le devono conquistare, la determinazione è forte,” ha dichiarato. “Essendo la transizione energetica una sfida, le donne si ritrovano in una condizione se vogliamo non nuova. In linea di principio esiste una capacità delle donne di avere un approccio più morbido e nello stesso tempo di grande perseveranza e forza. La grazia è utile, soprattutto durante momenti complessi”.

Per promuovere questo cambio di passo, è necessaria una rappresentanza femminile più nutrita. “Nel fotovoltaico ci sono moltissime donne valide a livello scientifico. Dalla mia esperienza, nella conferenza mondiale del fotovoltaico, vedo che ci sono paesi più fortunati del nostro, in cui le donne ricoprono posizioni centrali in grandi società. Nella mia organizzazione, ENEA, è in crescita il numero di leader donne. Senza ruoli non si può arrivare al cambiamento”.

Non mancano però le complessità. Secondo Scognamiglio, infatti, le donne, anche quando non sono madri, hanno un ruolo centrale nella cura della famiglia. I freni al cambiamento corrispondono anche a una complessità sistemica: la donna è spesso più vulnerabile.

Quasi metà delle madri single europee sono a rischio povertà energetica, rispetto a una media della popolazione europea totale del 20%. “Una madre single in condizioni di povertà energetica non guadagna abbastanza. Ma le condizioni di lavoro sono compatibili con il suo status di donna, single e madre? La parte energetica è un inciso. La bolletta energetica è un aspetto della vulnerabilità”, ha spiegato Scognamiglio. Allo stesso tempo, però, la mancanza di tempo e denaro riduce la possibilità di intervenire nel dibattito pubblico. “A meno di condizioni speciali, di donne fortunate, è difficile aspettarsi dell’attivismo diffuso”, ma ciò non significa che non sia in corso una “silenziosa rivoluzione”, ha concluso Scognamiglio.

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