Le condizioni climatiche miti di marzo hanno svolto un ruolo fondamentale nello stabilizzare le prospettive energetiche europee, soprattutto alla luce dell’aumento dei prezzi dei combustibili e delle emissioni di carbonio. Lo scrive nella sua nota mensile Andy Sommer, Team Leader Fundamental Analysis, Modelling & Meteorology presso Axpo.
“Le temperature insolitamente calde, che in alcuni casi hanno stabilito nuovi record, hanno fatto crollare la domanda di energia elettrica rispetto ai livelli registrati nello stesso periodo del 2023. In particolare, la domanda di energia elettrica in Germania è crollata ulteriormente rispetto ai minimi dell’anno scorso, riflettendo il perdurare di prospettive macroeconomiche poco incoraggianti”, ha scritto Sommer.
La produzione di energia solare ed eolica intermittente e la produzione di energia idroelettrica dispacciabile sono state abbondanti. Ciò ha generato diverse ore di picco a prezzi nulli o negativi durante gli ultimi giorni del mese. “In effetti, i prezzi spot dell’energia elettrica in Spagna sono entrati per la prima volta in territorio negativo a causa dell’elevata produzione di energia idroelettrica, con scorte ben al di sopra dei livelli tipici della stagione e della bassa domanda durante le vacanze di Pasqua”.
L’innevamento precoce in Francia ha favorito la produzione idroelettrica, spingendola verso l’estremità superiore dell’intervallo di produzione 2019-2023.
“Le solide prestazioni dell’energia nucleare hanno coperto oltre l’80% della domanda interna, facendo salire le esportazioni nette verso Germania, Belgio e Gran Bretagna a un livello record per questo periodo dell’anno. In particolare, nel caso della Gran Bretagna, il ristabilito premio per il carbonio e l’elevata disponibilità di interconnettori – tra cui il Viking Link, recentemente entrato in funzione – hanno facilitato il reindirizzamento dei flussi dal continente e dai Paesi nordici verso la Gran Bretagna”, ha scritto Sommer parlando del mercato energetico francese, aggiungendo che i prezzi negativi hanno portato a una riduzione programmata della produzione della flotta nucleare.
Nei mercati dei combustibili, i prezzi del gas hanno registrato un aumento incrementale nel corso dell’ultimo mese, seguito da un periodo di stabilizzazione, grazie alle indicazioni di una crescente concorrenza per il GNL. In particolare, è emerso un forte interesse di acquisto in Asia, innescato da sconti sostanziali sui contratti legati al petrolio. Ciò ha sollevato la possibilità che l’Europa sia in grado di mitigare il suo significativo surplus di stoccaggio solo attraverso la deviazione dei carichi.
“Nel frattempo, l’attenzione della Russia verso le infrastrutture di stoccaggio ucraine ha diminuito la possibilità di stoccare il gas europeo in quel Paese, mentre gli ingenti danni alle infrastrutture elettriche ucraine hanno reindirizzato i flussi di energia dall’Europa orientale verso l’Ucraina. Anche i prezzi del carbone hanno seguito una traiettoria ascendente, spinti dal crollo di un ponte a Baltimora, negli Stati Uniti, che ha provocato interruzioni nelle operazioni di trasporto del carbone”.
Secondo Sommer il recente annuncio della Commissione europea di una riduzione di circa 212 Mt delle emissioni totali nell’ambito dell’ETS lo scorso anno potrebbe temporaneamente rafforzare il sentimento ribassista. “Ma nel lungo periodo si prevede che questo problema venga affrontato attraverso gli interventi della Market Stability Reserve”.
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