Progetto da 80 MW a Mottola potrebbe entrare in funzione entro l’estate 2026

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Quattro investitori nel campo dell’energia insieme a diversi imprenditori agricoli locali stanno lavorando a un progetto agrivoltaico da 80 MW a Mottola, in provincia di Taranto.

Il progetto, composto da diverse parti, ambisce a essere un progetto agrivoltaico avanzato, con pannelli installati a 3,5-5 metri.  Ospiterà coltivazioni portate avanti dagli stessi proprietari dei terreni. Il progetto potrebbe essere messo in esercizio durante l’estate del 2026, Tommaso De Crescenzo, AD di Mottola Energia, ha detto a pv magazine Italia.

“L’apertura dei cantieri dovrebbe avvenire tra giugno e agosto del 2025. Ci vorranno 12 mesi per portarli a conclusione,” ha dichiarato De Crescenzo, aggiungendo che il progetto vedrà coltivazioni già in essere e alcune nuove coltivazioni.

Una società agricola cambierà i tipi di colture, da vigneto a oliveto intensivo, mentre i seminativi rimarranno. Saranno aggiunti anche vigneti e orticole. L’attività agricola prevede centraline di monitoraggio dei sistemi di irrigazione, sistemi di raccolta dell’acqua piovana, centraline meteo e sistemi per controllare la maturazione della frutta e la presenza di parassiti.

“Ci saranno due tipologie di strutture. Impianti con tracker con altezza al mozzo di 3.5 metri e distanza tra un tracker e l’altro di 5 metri. In questo caso useremo pannelli da 690 watt. Mentre l’altro sistema prevede dei pergolati che copriranno le orticole, pannelli da 510 watt con interasse tra pilastri tra 5 e 6 metri, ma con una copertura maggiore tra pannelli”.

Mottola Energia sta sviluppando sette progetti in totale, tre da 10 MW per il gruppo tedesco GreenTech, due da 10 MW per la società irlandese Alternus e due progetti per la svizzera Axpo per un totale di 15 MW. Un altro developer sta sviluppando una parte del progetto per un quarto cliente. Secondo il developer dei progetti l’investimento complessivo sarebbe di circa 80 miliardi di euro.

“I proprietari dei terreni concederanno un diritto di superficie per 30+10 anni e le società energetiche creeranno un rapporto con i proprietari. La modalità di gestione del nuovo soggetto è ancora in fase di definizione,” ha detto De Crescenzo.

L’AD di Mottola Energia non ha voluto rivelare l’importo esatto dei canoni annuali per l’affitto dei terreni, ma ha detto che un ettaro nella regione frutta tra 2 e 3.5 mila euro all’anno.

“Abbiamo interagito con l’amministrazione locale a cui è stato presentato il progetto. Abbiamo chiuso il tavolo tecnico con Enel e Terna dopo tre anni. Il tavolo ha dato il benestare sui terreni dove nascerà la futura sottostazione”, ha detto De Crescenzo.

La società non ha parlato con la popolazione locale direttamente, ma si aspetta un accordo con le autorità locali per supportare le attività del comune, con il 2-3% dei redditi dei progetti che verranno poi redistribuiti sul territorio come opere di mitigazione.

“C’è apertura da parte nostra: vogliamo collaborare con il comune per definire misure di compensazione, come opere pubbliche o gestione del verde pubblico. Non sono ancora state definite, ma dovremmo farlo nei prossimi due o tre mesi”.

Secondo De Crescenzo, il progetto potrebbe diminuire i prezzi dell’energia degli abitanti della zona in due modi. Primo perché il passaggio da PUN a prezzi zonali dovrebbe premiare le aree con maggior diffusione di rinnovabili. Secondo perché le società proprietarie degli impianti potrebbero offrire promozioni speciali agli abitanti del territorio, per creare un rapporto e diminuire l’eventuale resistenza locale.

La Rete di Imprese favorirà poi un progetto di orto sociale che sarà a servizio del comune di Mottola. Per gli orti sociali verrà destinato il 10% dell’intera area, circa 5 ettari.

Gli impianti si trovano entro 3 chilometri da aree produttive. “Quindi rispettiamo i parametri del Solar Belt e quindi del decreto Semplificazioni, quindi risultano aree idonee. Questi sono impianti innovativi che potrebbero direttamente accedere agli incentivi pubblici del Pnrr”.

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