Ricercatori svedesi hanno delineato una nuova metodologia per identificare le superfici adatte a progetti agrivoltaici nel loro Paese. Hanno scoperto che circa l’8,6% – circa 38.485 km2 – del territorio nazionale ha il potenziale per ospitare impianti fotovoltaici.
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Lisbona e dell’Accademia Militare ha analizzato la fattibilità dell’agrivoltaico in Portogallo. È emerso che le file distanziate di moduli fotovoltaici combinate con colture che rispettano l’ombra hanno avuto il rendimento più promettente e un periodo di ammortamento inferiore a cinque anni.
Un team di ricerca ha studiato i fattori che influenzano l’efficienza e la produzione di energia del fotovoltaico galleggiante e ha determinato l’inclinazione e l’altezza ottimali per ottenere temperature delle celle inferiori rispetto al fotovoltaico terrestre.
I ricercatori cinesi hanno esaminato 875 bacini artificiali del Paese e hanno scoperto che la potenziale produzione annua di energia per la tecnologia fotovoltaica galleggiante potrebbe raggiungere i 1.423,8 TWh.
Un gruppo di ricercatori egiziani ha studiato l’uso di alette perforanti angolari parzialmente sommerse (PSAPF) e di alette solide (PSASF) per valutare la loro capacità di rimuovere il calore in eccesso dai moduli fotovoltaici galleggianti in ambienti esterni mediterranei. Il team ha scoperto che il modulo PSAPF-FPV ottimizzato ha raggiunto un LCOE di 0,068 dollari/kWh (0,062 euro/kWh).
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