Edison: risultati 9 mesi: rinnovabili spingono l’ebitda a 1.267 milioni di euro, utile a 486 milioni di euro

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Nei primi nove mesi del 2023, Il Margine operativo lordo (EBITDA) è cresciuto a 1.267 milioni di euro (+35%) da 938 milioni di euro dello stesso periodo del 2022. Al risultato hanno contribuito la produzione rinnovabile, complice la ripresa dell’idroelettrico, e l’apporto particolarmente positivo delle attività Gas&Power di Edison Energia, dopo un 2022 in forte sofferenza, e dei servizi energetici e ambientali di Edison Next.

L’EBITDA, pur in crescita, registra il forte impatto negativo derivante dal ritardo nelle consegne di GNL dagli Stati Uniti, per il quale è in corso un contenzioso arbitrale. Il Gruppo Edison ha chiuso i primi 9 mesi del 2023 con un utile netto pari a 486 milioni di euro da 265 milioni di euro dei primi nove mesi del 2022, su cui incideva un impatto negativo dei decreti “extra-profitti”.

L’indebitamento finanziario al 30 settembre 2023 presenta un saldo a credito per 117 milioni di euro, rispetto a un debito pari a 477 milioni di euro al 31 dicembre 2022, grazie principalmente alla significativa generazione di cassa dettata dai buoni risultati della gestione operativa. Condizione questa che consente al Gruppo di rafforzare ulteriormente la sua posizione nei business della transizione energetica.

Nei primi nove mesi del 2023 la domanda di energia elettrica in Italia ha registrato un calo del 4% rispetto allo stesso periodo del 2022, attestandosi a 232,5 TWh. La riduzione si è riverberata in particolare sulla produzione termoelettrica, che nel periodo è calata del 16,2% a 121,9 TWh. Tale settore si attesta comunque come la prima fonte nazionale di produzione, soddisfacendo oltre il 52% della domanda.

Torna invece a crescere la produzione rinnovabile (pari a oltre il 32% della domanda): l’idroelettrico beneficia di una ripresa parziale delle precipitazioni che hanno riportato i livelli di invaso in linea con le medie storiche, segnando un incremento del 26,7% a 29,1 TWh; il fotovoltaico e l’eolico crescono rispettivamente del 9,7% a 25,7 TWh e del 3,1% a 16,1 TWh, in conseguenza dell’entrata in esercizio dei nuovi impianti. Sul fronte dei prezzi, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) si è attestato su un valore medio di 128,4 euro/MWh, in calo del 60,4% rispetto a 324,2 euro/MWh dello stesso periodo dello scorso anno, per effetto della riduzione dei costi del gas e della contrazione della domanda.

Sul fronte dei consumi nazionali di gas, il calo della domanda continua ad essere più marcato, con una riduzione dell’11,4% a 45,5 miliardi di metri cubi di gas da 51,4 miliardi di metri cubi nei primi nove mesi del 2022. Nel periodo sono diminuiti i consumi residenziali del 13,2% a 18,2 miliardi di metri cubi, i termoelettrici del 17,9% a 15,8 miliardi di metri cubi, gli industriali del 6,9% a 8,5 miliardi di metri cubi. Questa dinamica trova spiegazione nel protrarsi di temperature superiori alle medie stagionali, negli effetti del piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, nonché nella contrazione della generazione termoelettrica.

Il Margine operativo lordo (EBITDA) ha registrato una crescita del 35% a 1.267 milioni di euro da 938 milioni di euro nei primi nove mesi dell’anno. Al risultato hanno contribuito soprattutto le attività rinnovabili, che lo scorso anno avevano risentito in particolare di una idraulicità inferiore alle medie storiche. Positivo anche l’apporto delle attività Gas&Power (B2B e B2C), che lo scorso anno registravano l’impatto negativo del
rialzo dei prezzi sulla marginalità delle vendite, in parte assorbito dal Gruppo per limitare le ricadute sui clienti finali. Solida la performance dei servizi energetici e ambientali nelle vendite alla Pubblica Amministrazione, grazie anche alla variazione di perimetro avvenuta nel settore dell’illuminazione pubblica. Le attività gas, escludendo il forte impatto negativo generato dalla mancata consegna di GNL dagli Stati Uniti, hanno
beneficiato significativamente delle azioni di ottimizzazione del portafoglio.

Il Risultato Operativo (EBIT) si è attestato a 763 milioni di euro da 495 milioni di euro nei primi nove mesi 2022. Sul risultato hanno inciso per 161 milioni di euro gli oneri netti relativi alle attività di rigenerazione territoriale nelle aree degli stabilimenti ex Montedison.
Alla luce delle dinamiche sopra evidenziate, il Gruppo ha chiuso i primi nove mesi del 2023 con un utile di 486 milioni di euro rispetto a 265 milioni di euro dello stesso periodo del 2022, che registrava un impatto negativo dei decreti “extra-profitti”.

L’indebitamento finanziario al 30 settembre 2023 presenta un saldo a credito per 117 milioni di euro, rispetto a un debito pari a 477 milioni di euro al 31 dicembre 2022, grazie principalmente alla significativa generazione di cassa dettata dai buoni risultati della gestione operativa.

Sulla base dei risultati dei primi nove mesi del 2023, pur in un contesto di mercato che permane caratterizzato da un’elevata incertezza economica e geopolitica, oltre che da una persistente volatilità dei prezzi, il Gruppo rivede le stime di crescita dell’EBITDA da 1,6 miliardi di euro ad almeno 1,8 miliardi di euro al 31 dicembre 2023, rispetto a 1,1 miliardi di euro del 2022.