Presentati all’Assemblea generale della Federazione i dati di consuntivo 2022: fatturato 92,6 miliardi, +19,3% l’industria elettrotecnica ed elettronica

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Un fatturato aggregato delle filiere tecnologiche made in Italy del building, dell’energia, delle infrastrutture e mobilità e dell’industria che raggiunge i 92,6 miliardi di euro nel 2022, con un aumento del 20,8 per cento rispetto all’anno precedente. «In uno scenario popolato di “cigni neri”, pandemia, guerra in Ucraina, tensioni sui mercati energetici, inflazione a due cifre, rialzo dei tassi di interesse, l’industria italiana ha mostrato una confortante capacità di reazione», ha detto il presidente di ANIE Federazione Filippo Girardi agli Associati durante l’Assemblea generale che si è svolta martedì 18 luglio durante la quale sono stati presentati i dati economici dei settori industriali rappresentati dalla Federazione.

LA PRODUZIONE INDUSTRIALE 2022 E UNO SGUARDO AL 2023 

In un contesto di sostenuto aumento dei costi energetici e delle materie prime, il volume della produzione industriale è cresciuto su base annua del 2,3 per cento, indicando la centralità delle tecnologie ad alto valore di innovazione rappresentate da ANIE. La manifattura, nel suo complesso, infatti è cresciuta nello stesso periodo dell’1 per cento. Più in dettaglio: il fatturato delle filiere dell’elettrotecnica ed elettronica italiane cresce del 19,3 per cento; l’export delle tecnologie della Federazione che aderisce a Confindustria, infine, nel 2022 ha superato quota 26 miliardi di euro, con una crescita annua del 16,9 per cento.

I preconsuntivi sui primi quattro mesi dell’anno in corso segnalano incertezza e rallentamento della crescita. Modesta l’espansione dei volumi di produzione industriale: +1 per cento, nel confronto con il corrispondente quadrimestre del 2022. Risultato che si unisce ad una media in evidente frenata (-2 per cento) per il manifatturiero. Nell’orizzonte previsionale 2023-2027, invece, tra i suoi settori più dinamici si confermano le filiere dell’elettrotecnica ed elettronica, che beneficeranno delle progettualità della transizione ecologica e digitale e guideranno la crescita dell’industria italiana in un quadro macroeconomico non privo di criticità. Ruolo, questo, delle filiere di ANIE che è stato al centro della relazione del Presidente agli Associati.

LO SVILUPPO SOSTENIBILE E IL FULCRO DELL’INNOVAZIONE 

Tema cardine dell’Assise, lo “Sviluppo sostenibile, portatore di valore e competitività per le imprese di ANIE”. Punto di partenza, i valori che contraddistinguono il modo di fare impresa per ANIE. «Innovazione, competitività e sostenibilità – ha ricordato Girardi nel suo discorso – sono valori fondanti del nostro fare impresa, assieme al valore che le persone rappresentano in questa architettura. Senza persone capaci non c’è innovazione, senza innovazione competitiva non possiamo garantire la sostenibilità. Il tema della nostra Assemblea, perciò, è il presente e il futuro di ANIE. A partire da una importante modifica, avvenuta lo scorso anno, a due articoli della nostra Costituzione: l’articolo 9, che impegna la Repubblica alla tutela della biodiversità e degli ecosistemi e l’articolo 41, che modifica lo scopo dell’impresa per la tutela dell’ambiente. La sostenibilità non è più una scelta, una prospettiva a cui guardare per il futuro, ma una urgenza che, come tale, va approcciata. Perciò, è fondamentale costruire su nuove basi il confronto tra le imprese e le istituzioni nazionali ed europee, aprendosi ad un dialogo costruttivo, non basato su posizioni di principio. Abbiamo bisogno di processi amministrativi snelli, di una burocrazia rigorosa e capace di risolvere problemi anziché crearne. Occorre un quadro regolatorio stabile, realistico, efficace, dove il conseguimento dei target di sostenibilità non può prescindere dal salvaguardare la competitività dell’industria europea».

MERCATI IN MUTAMENTO, LE ANALISI DI EY E CRESME 

Nel corso dell’Assemblea generale, ANIE ha voluto proporre agli Associati due approfondimenti di alto spessore: uno sugli scenari dei mercati internazionali e il secondo sul mercato delle costruzioni. L’export sta rapidamente cambiando sulla scorta delle tensioni geopolitiche e dei riposizionamenti delle aree emergenti del mondo, con un potenziale ancora inespresso di attrattività dell’Italia per gli investitori esteri, ha sottolineato Marco Daviddi, Strategy & Transactions Markets Leader Europe West, EY Strategy & Transactions Leader Italy. «Nonostante il contesto geopolitico ed economico internazionale che stiamo vivendo sia estremamente complesso, l’Italia continua a essere attrattiva confermando il trend di crescita degli investimenti diretti esteri avviato dopo il 2020, e crescendo più di altre economie europee, posizionandosi al settimo posto in Europa per numero di progetti. Tuttavia, la quota di mercato detenuta dall’Italia resta pressoché stabile al 4%, questo denota un potenziale di crescita ancora rilevante, considerato che l’Italia è la quarta economia europea. Per incrementare ulteriormente la nostra competitività è necessario puntare su quattro fattori: Ricerca e Sviluppo, Sostenibilità, Competenze, PNRR. I fondi del Piano possono essere un potente strumento di accelerazione dei progetti funzionali alla trasformazione del Paese, ma solo attraverso l’attivazione di investimenti privati, e il coinvolgimento più esteso e diretto di aziende e fondi di investimento, magari utilizzando gli strumenti di incentivazione fiscale», ha detto Daviddi.

Mentre, sul mercato interno, con l’intervento del direttore del CRESME Lorenzo Bellicini si è visto nel dettaglio come nel dopo-pandemia sia profondamente cambiato l’approccio al mercato della compravendita immobiliare. In forza di una maggiore attenzione agli standard di abitabilità e di efficienza energetica e tecnologica che la casa di proprietà ha oggi per gli italiani. «Le costruzioni sono caratterizzate da un lato da una frenata della domanda di riqualificazione, condizionata dall’esaurirsi degli effetti dei superbonus, e da una significativa frenata del mercato immobiliare, per via dell’innalzamento dei tassi di interesse e dell’inflazione senza che ci siano miglioramenti sul piano dei redditi, e dall’altro da una forte crescita della domanda di opere pubbliche che pone il paese di fronte alla sfida della capacità realizzativa. Allo stesso tempo i prossimi dieci anni saranno caratterizzati da un radicale cambiamento all’interno delle filiere delle costruzioni determinato dai driver dell’efficientamento energetico, della digitalizzazione e dall’aumento della produttività», ha sottolineato Bellicini.