È in corso la produzione elettrica del primo parco agrovoltaico su larga scala in Svezia, di proprietà e gestito da Svea Solar. È stato stipulato un contratto di acquisto di energia elettrica con un coltivatore locale per l’elettricità prodotta, mentre l’azienda agricola sotto i pannelli solari produrrà colza, erba (o leguminose) e grano a rotazione.
Mauro Moroni spiega in questa rubrica per pv magazine Italia il contributo dell’ultimo rapporto dell’IEA: la transizione verso un sistema energetico basato su energie rinnovabili variabili è non solo possibile, ma anche inevitabile
“Diverse società di servizi energetici e integratori di sistemi di batterie italiani sono più lungimiranti e stanno valutando in modo proattivo nuove promettenti tecnologie di accumulo dell’energia a batteria, come quelle basate sugli ioni di zinco”, ha detto Eloisa de Castro a pv magazine Italia. Enerpoly spiega poi che, nel 2024, l’Italia dovrebbe registrare il secondo tasso di crescita del mercato dele batterie in Europa.
La cinese Kaisheng New Energy Technology ha deciso di produrre una nuova linea di pannelli solari a film sottile per tetti in base a un accordo con la svedese Midsummer per la produzione di apparecchiature originali (OEM). I moduli saranno distribuiti in esclusiva sul mercato europeo dei tetti attraverso Midsummer.
Northvolt, il principale produttore europeo di batterie, ha avviato la costruzione di una fabbrica di celle a Heide, in Germania. L’impianto impiegherà circa 3.000 persone con una capacità produttiva annua massima di 60 GWh. Entrerà in funzione nel 2026.
Ricercatori svedesi hanno delineato una nuova metodologia per identificare le superfici adatte a progetti agrivoltaici nel loro Paese. Hanno scoperto che circa l’8,6% – circa 38.485 km2 – del territorio nazionale ha il potenziale per ospitare impianti fotovoltaici.
Mentre l’Italia rimane il mercato elettrico più caro, la produzione di energia solare aumenta in tutta Europa. Questo sostiene il trend ribassista nel Vecchio Continente.
Problemi europei in campo energetico secondo Sommer di Axpo: de-industrializzazione, complessità del mercato PPA svedese, politiche nazionaliste olandesi.
Il “Net Zero Industry Act” stabilisce che almeno il 40% dei componenti per le cosiddette tecnologie net zero debba essere prodotto nell’UE entro il 2030. Tuttavia, i ministri dell’energia dell’UE hanno ampliato i settori: oltre al fotovoltaico, all’energia eolica, all’idrogeno, alle batterie e alle pompe di calore, il regolamento si applica ora anche alla CCS e alla fissione nucleare.
La Commissione europea ha annunciato le 30 isole selezionate per ricevere “assistenza completa” nei loro tentativi di raggiungere il 100% di energia rinnovabile entro il 2030.
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